LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA
Fiorentina-Juventus è una gara che Firenze sente bruciare nelle vene. Nel bar, nel negozio, nell'ufficio. Il tifoso guarda l'orologio, poi lo ricontrolla. Guarda il cielo, rievoca ricordi lontani, sogna riscatti e vendette. Dal profondo blues alla voglia di un rock sfrenato: la rinascita passa anche da qui, da lancette che scorrono più lente del solito, da un tempo che non sfugge ma che accompagna, nella sua lenta danza, l'attesa della Partita. Tutto tace, ancora, attorno allo stadio. Antonio Conte ci sarà, Diego Della Valle forse, idem Andrea Agnelli. Poi Firenze.
Quarantamila e più anime, cuori pronti a scandire all'unisono sospiri e battiti, emozioni e sensazioni. La furia bianconera spaventa: la Juventus degli imbattibili, del regista Pirlo, della saracinesca Buffon, dell'estro di Giovinco, della forza bruta di Vidal e Asamoah, delle chiusure di Chiellini, della corsa di Marchisio, delle spinte di Lichtsteiner. Senza nascondersi, perché farlo sarebbe ingenuo, Firenze sa che quello bianconero è uno squadrone tosto e difficilmente valicabile. "Non sono imbattibili", però, è vera verità tuonata ieri da Vincenzo Montella, uno che di queste sfide se ne intende, dai derby di Genova a quelli di Roma. Poi c'è il cuore. La voglia. I sogni e le speranze, la fame di riscatto, quella sensazione nelle vene che stasera è pronta ad esplodere. C'è la quiete, adesso, attorno all'Artemio Franchi, quella che riecheggia silenziosa prima della tempesta. Intanto le lancette scorrono lente, verso la Partita, in un'attesa infinita, verso una notte che sembra non arrivare mai.