LA CARTA COPERTA
Era il 20 luglio quando il gigante danese, Christian Norgaard, sbarcò a Firenze. Arrivato alla Fiorentina in veste di “dopo Badelj”, o per lo meno di riserva affidabile a centrocampo, fin qua il classe ‘94 non ha soddisfatto le aspettative. O meglio, non c'è stato ancora praticamente modo di vederlo all'opera. Una sola apparizione, contro il Chievo il 26 agosto, più di tre mesi fa. Norgaard, infatti, subentrò allo svizzero Edimilson al 54’, a partita praticamente vinta, sul 3-0 per i viola grazie alle reti di Milenkovic, Gerson e Benassi, giocando appena 40 minuti. Da allora il ventiquattrenne non ha più rivisto il campo.
Intorno a Veretout, nell'ultimo periodo, girano molte voci discordanti sulla sua distanza dall'aerea di rigore, per cui secondo alcuni risulta quasi sprecato in quel ruolo, a dimostrarlo sono anche le zero reti su azione fino adesso contro le cinque segnati nello scorso intero campionato. Ed ecco che il danese a questo punto potrebbe essere una soluzione per cambiare le cose. Norgaard, infatti, ora come ora è l'unico regista naturale nella rosa viola. E la sua presenza dal primo minuto potrebbe essere la carta decisiva per permettere al francese di tornare nella sua posizione naturale, la mezz'ala. E tornare magari a vederlo segnare come nella passata stagione.
Dopo aver lasciato la sua squadra, il Bröndby, Norgaard era stato definito dai media danesi come una vera e propria "stella" che stava passando dalla Superligaen alla Serie A. Più che una "stella" a Firenze Norgaard può essere considerato una possibile carta da giocare ma ancora coperta: spetta al mister Stefano Pioli decidere se scoprirla o meno.