L'ORA DI VLAHOVIC
Scocca l'ora di Dusan Vlahovic, da solo o in coppia con il Cholito. Molto dipenderà dalle condizioni dei compagni di reparto ma stavolta Stefano Pioli sembra aver finalmente trovato il coraggio: largo a chi ha giocato poco o niente fin qui. "Siamo la squadra più giovane del campionato" è stato il refrain fin qui propinato da dirigenza e allenatore che però si è sempre appoggiato ai giovani più esperti: Chiesa, Simeone e Milenkovic, già rodati dallo scorso anno. Per gli esordienti Vlahovic e Sottil invece un utilizzo davvero col contagocce: 13 minuti per il serbo, 18 per il figlio d'arte, con due partite in primavera ciascuno. In particolare Vlahovic, acquistato a gennaio, arrivato in Italia a marzo ma tesserato solo a luglio è entrato tre volte con Inter (6'), Cagliari (4') e Frosinone (3') e proprio in quest'ultima occasione avrebbe potuto segnare pronti e via, invece sbagliò malamente l'occasione dei tre punti per i viola.
In primavera invece ha fatto 2 gol e 1 assist contro il Chievo il 17 settembre e 1 gol la settimana dopo contro l'Udinese. Insomma il buon Dusan, arrivato nell'oprerazione Milenkovic dal Partizan (operazione poi posticipata in attesa della maggiore età), male non ha fatto nel poco spazio che si è ritagliato, anche se nelle amichevoli estive non ha mai entusiasmato apparendo troppo statico. Ma l'età e l'esperienza contano e chissà che domani non riesca a trovare quel gol tanto agognato dai viola, che possa sbloccare il reparto e mettere anche un po' di pepe al Cholito. Se l'argentino e l'infortunato Chiesa dovessero stare fuori, tra l'altro, non sarebbe certo una punizione per loro ma una boccata d'ossigeno per due ragazzi che tra club e nazionale non si sono più fermati da luglio.