L'INVESTITURA DI BIRAGHI
Una squadra cresciuta in una stagione difficile, nata tra l'indifferenza, proseguita nella sofferenza ma anche e soprattutto con un incredibile spirito di gruppo e di unità che ha dato la forza per trasformare il dolore in energia positiva e ha fatto crescere come giocatori e come uomini molti elementi della rosa. E se per qualche giocatore è scattato subito un bonus meritato, come per Pezzella e Veretout, se per altri è cresciuto un affetto nato da lontano e da un comportamento anche in questa stagione ineccepibile, come Chiesa e Badelj, per altri ancora invece il cammino è stato molto più lento, come Biraghi. Ed è normale che per un giocatore arrivato tra lo scetticismo, da una squadra retrocessa in B e senza grandi referenze, le soddisfazioni siano maggiori, sia per chi l'ha portato prendendosi le critiche per la scelta, sia per l'allenatore che ha saputo sfruttare al meglio le sue potenzialità.
"E' arrivato tardi nel calcio che conta perché prima non aveva trovato continuità. Ha un buonissimo piede, un'ottima corsa e quest'anno ha lavorato con grande attenzione. Tutti i miei giocatori sono cresciuti, ma lui è stato quello che l'ha fatto con più continuità. Sta dimostrando di essere un giocatore che ci può stare, e anche bene" è l'investitutra di ieri di Stefano Pioli alla domanda sul giocatore che secondo lui era cresciuto di più. Pezzella, Veretout e Simeone i nomi più gettonati perché sotto gli occhi di tutti, ma Pioli ha saputo vedere con l'occhio più clinico l'utilità di Biraghi che ha tolto fin dall'inizio la maglia da titolare a Maxi Olivera, difendendo, spingendo, facendo assist ma soprattutto lottando sempre, con personalità e grinta e facendo gruppo. Se ci fossero stati dubbi sul suo futuro (al di là del riscatto già avvenuto in automatico), Pioli di sicuro ieri li ha tolti perché nella Fiorentina Biraghi "può starci e ci sta bene".