L'AURELIO FURIOSO

15.10.2015 14:15 di  Matteo Sestini  Twitter:    vedi letture
L'AURELIO FURIOSO
FirenzeViola.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'ennesima roboante dichiarazione del presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis è chiaramente una provocazione, ma vale la pena fare chiarezza sulla situazione che ha portato ad esternazioni di questo peso da parte del numero uno azzurro. Nella giornata di ieri il consiglio comunale avrebbe dovuto deliberare sulla cosiddetta ''convenzione-ponte'', dato che l'attuale convenzione che permette al Napoli di utilizzare il San Paolo è scaduta da tempo.

Il consiglio comunale si è regolarmente tenuto, ma dopo sedici dei novantadue emendamenti previsti in agenda il consiglio si è sciolto ed è stato rimandato. Non c'è stato modo quindi di poter discutere la convenzione e questo ha scatenato l'ira di De Laurentiis. Tutto questo è sintomatico di un muro contro muro tra la società, comune, maggioranza e opposizione. Per di più la notizia assume contorni grotteschi se consideriamo le condizioni in cui versa l'impianto sportivo di cui stiamo parlando, anche perché con il regime e le regole in vigore attualmente il Presidente del Napoli dovrà pagare l'affitto dello stadio di giorno in giorno, per una cifra di cinquemila euro a partita più il 10% dell'incasso dei tagliandi.

Non ci sono certezze sul fatto che De Laurentiis abbia veramente chiamato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma viene naturale chiedersi perché non abbia pensato di avvisare prima la Lega Calcio o la Federazione. Pare evidente che questa sia solo l'ennesima provocazione da parte di uno dei presidenti più vulcanici del nostro campionato. Se il Napoli non fosse in un momento di forma straordinario verrebbe quasi da pensare, tra l'immediato ritorno a casa di Insigne al momento della chiamata in Nazionale, il settore ospiti fino a qualche giorno fa ancora inagibile e questa ultima provocazione che dalle parti del Vesuvio qualcuno sia davvero molto preoccupato di dover affrontare la Fiorentina capolista di Paulo Sousa.