L'AMARO CALICE
In principio fu Cuadrado. Dopo un'estate di tira e molla il colombiano era rimasto in viola, ma senza tenere i consueti ritmi sul terreno di gioco. E così, di fronte all'offerta irrinunciabile, i viola cedettero alle lusinghe del Chelsea. Circa 30 milioni di euro e l'inserimento di un calciatore che, ancora, i più non conoscevano. Di Salah, d'altronde, s'era già parlato, ma non propriamente per quanto mostrato in campo in Champions League, con il Basilea.
Eppure Salah, dopo le ore frenetiche che videro la chiusura dell'affare (sbloccate dall'arrivo di una firma pesante su una clausola altrettanto pesante) ci mise un attimo a entrare nel cuore della città. Per le accelerazioni in campo, prima, e i gol poi. Memorabile, in particolare, il coast to coast in quel di Torino, contro la Juve, in Coppa Italia. Tutto faceva pensare a una futura storia d'amore che non avrebbe conosciuto pause.
Invece la storia è arci-nota, più o meno come i richiami legali, cominciati fin dalle prime sparate del neo procuratore dell'egiziano, quell'avvocato Rami che via twitter non si è mai peritato di andarci leggero contro il club viola. Chissà se, davvero, lo stesso Salah sia così soddisfatto del clima che il suo procuratore ha reso ancora più caldo. Perchè, anche e soprattutto con le sue uscite, adesso per Salah venire a giocare a Firenze sembra già un'impresa.
Tanto che pure Garcia sta seriamente pensando di risparmiargli i fischi assordanti del "Franchi". Uno stadio dove tanti ex (ricordate Berti?) hanno dovuto sventolare bandiera bianca di fronte ad accoglienze da incubo. Salah (e il suo procuratore) ha fatto di tutto per rendere l'addio a Firenze e alla Fiorentina il più amaro possibile. Adesso si tratta di capire se avrà o meno la forza di buttare giù tutto l'amaro calice che lui per primo ha riservato ai tifosi viola.