L'ALTRO RINNOVO
A Firenze ormai non si parla d’altro che del rinnovo di Federico Bernardeschi. Un giorno il numero 10 è già dell’Inter, quello dopo si sta cambiando negli spogliatoi di Vinovo, l’altro ancora il talento di Carrara è pronto a firmare il prolungamento con la Fiorentina a vita. Roba da perderci la testa. Eppure quello legato a Berna non è solo l’unico “caso” di rinnovo che gravita attorno al pianeta viola, visto che anche Babacar aspetta da tempo di capire quello che da giugno in poi sarà il suo destino. Strana la vita del bomber senegalese, l’attaccante con la media gol più alta del reparto offensivo della Fiorentina (un gol ogni 133’ giocati, meglio anche di Kalinic che si ferma ad una rete ogni 148’), premiato di recente dal ct del Senegal Aliou Cissé con la prima convocazione in Nazionale maggiore ma mai in lievitazione all’interno delle gerarchie di Paulo Sousa.
Il numero 30 viola infatti non gioca una partita con la maglia da titolare addirittura dallo scorso 11 febbraio (Fiorentina-Udinese 3-0) e nell’ultimo mese abbondante ha collezionato il magro bottino di 20’ scarsi contro Atalanta e Crotone (oltre a due panchine consecutive contro Milan e Torino). Certo, si obietterà, quando là davanti c’è uno come bomber Nikola capace di togliere le castagne dal fuoco per due volte consecutive al 90’ è segno che l’attacco gira e gira bene. Eppure una riflessione significativa nei prossimi giorni andrà pur fatta sul futuro di Babacar, il cui agente negli scorsi giorni è stato avvistato dalle parti del centro sportivo. Come per Bernardeschi, infatti, anche per il senegalese il contratto andrà in scadenza nel 2019 e la questione relativa al suo ingaggio (1,4 milioni a stagione, già adesso molto pesante per le casse viola) sarà certamente un nodo da sciogliere di non poco conto.
Intanto Babacar si gode il presente. Ed in attesa di ottenere una nuova maglia da titolare (già contro il Bologna?), questa sera alle 23:00 italiane farà il suo esordio con la Nazionale del Senegal, un sogno rincorso a lungo che Baba cullava da tantissimo tempo, alla luce soprattutto della delusione per la mancata chiamata nell’ultima Coppa d’Africa.