JORGENSEN C'È, MA NON A FIRENZE. ECCO COSA FARÀ
Una mezza giornata a Firenze, dalla mattina fino alle 16 nel centro sportivo della Fiorentina ed una pausa pranzo sempre di lavoro, con Pantaleo Corvino. Per dissipare tanti dubbi familiari e di interessi nel suo paese e sulle sue capacità, che il danese, nonostante l'orgoglio di essere stato chiamato dalla società viola, aveva. Alla fine il dg viola l'ha spuntata, ma solo in parte, come era prevedibile, perché Jorgensen non sarà l'ex gigliato che farà da collante tra la città e la società, non potendo trasferirsi a Firenze per l'attività che ha in Danimarca e per non lasciare la famiglia. Così il buon "Martino", come tutti lo chiamavano, sarà "solo" capo scouting per la Scandinavia (con il compito di coordinare gli osservatori di zona, di tenere i rapporti con le società e prendere le segnalazioni, anche se non sarà necessariamente lui ad andare a vedere un giocatore) e avrà compiti di rappresentanza in occasione di sorteggi ed eventi internazionali, come già avvenuto in Europa League.
Il rapporto è da mettere nero su bianco ma filtra ottimismo sul matrimonio. Insomma un ruolo minore rispetto a quanto la proprietà e lo stesso Corvino si aspettassero certo ma che rispecchia pur sempre la volontà della società di farsi rappresentare, a livello internazionale, da un ex giocatore e di "crescere" in casa non solo giocatori ma anche dirigenti. Certo è che a Firenze Jorgensen verrà poco.