JO JO È TORNATO!!!
Alcuni specialisti sostengono che quando si rompono i legamenti di un ginocchio sia possibile sentirne il rumore. Un suono sinistro, gelido, simile, pare, alla rottura di una manciata di spaghetti crudi. Altri, invece, raccontano che il dolore della gamba traumatizzata possa persino causare lampi alla vista e brevi perdite di coscienza. Noi non sappiamo cosa abbia udito, o visto, Stevan Jovetic il 3 agosto 2010 quando, a San Piero a Sieve, quel ginocchio si girò. Possiamo solo lontanamente immaginare quel che possa aver provato Jo-Jo in quegli interminabili attimi di rottura interna, interiore.
Impossibile capire quel che il talento montenegrino possa aver vissuto, o pensato, nei primi terribili mesi. Quando soltanto un passo sembrava un'impresa, o il pensiero di tornare a correre e dribblare l'uomo persino un rischio temibile da non considerare. Lui, forte e giovane, avrà probabilmente, ed inevitabilmente, accusato anche il dolore psicologico di un infortunio del genere, ma poi ha guardato oltre. Ha visto sì la lunga strada da percorrere, ma ha anche immaginato il traguardo da tagliare. E ha fatto di tutto per arrivarci nel migliore dei modi.
Nel corso della settimana, fra Firenze e il Montenegro è sceso il gelo. "Jovetic giocherà" minacciava il c.t. di Vucinic e compagni, "non dovrebbe farlo" la risposta scontata del club viola. Ma come? Jo-Jo segna il suo ritorno per il match contro il Cesena poi nemmeno all'ultima di campionato contro il Brescia può di nuovo ritoccare l'erba del campo, mentre in Nazionale, alla prima convocazione, lo vogliono far giocare? Roba da preoccuparsi seriamente, per non dire peggio. Eppure, alla fine, l'ha avuta vinta il coriaceo c.t. montenegrino. Al secolo Zlatko Kranjcar.
Quel che resta, al di là di una diatriba diplomatica che ha visto ancora una volta la Fiorentina semplice spettatrice, è però il momento più importante di tutti. Quello in cui i ricordi, anche i più terribili, lasciano spazio alle speranze, e ai rinnovati sogni. Il minuto 72, del 4 giugno 2011. Scommettiamo che Jovetic questi numeri se li porterà dentro per sempre. Dieci mesi (e un giorno) dopo quella data che, ormai, è semplicemente da dimenticare.
Da oggi conta solo quel minuto, conta solo quella ritrovata sensazione. Jovetic che torna in campo, Jovetic che gioca, Jovetic che si rialza dopo l'entrata dura di un avversario. Adesso sì, adesso davvero, quel traguardo è tagliato, e la lunga strada terminata. D'ora in poi, gli obiettivi, sono di nuovo tutti in quel rettangolo verde. E, presto, prestissimo, saranno interamente colorati di viola con una città intera pronta a riabbracciarlo alla prima esultanza sotto la Curva. Bentornato Jo-Jo!!!
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