ITAL GILA
Segna sempre lui. Di testa, di piede, in anticipo, in scivolata. Di rapina, in mischia, in acrobazia. E chiediamo scusa se sul momento non ci sovviene l'intero repertorio del "Gila". Al secolo Alberto Gilardino, professione goleador. Di razza, e che razza. Che sia viola o azzurra, anche in questa prima parte della stagione, Gila non ha sbagliato un colpo. E, non fosse stato per un guardalinee evidentemente affetto da problemi di vista, avrebbe anche già portato la Fiorentina in vetta alla classifica. Per ora, però, Gilardino porta l'Italia al Mondiale. Mentre tutti affollano le conferenze stampa di Marcello Lippi per chiedere di Totti o Cassano (e stasera al "Tardini" anche qualche spettatore deve averlo fatto notare a Lippi che non pare aver gradito....), mentre il tormentone Amauri sembra essere soltanto all'inizio, lui non fa discorsi. Li lascia agli altri i discorsi, Gilardino. Conosce solo il linguaggio del campo, ops, del gol. Un centro pesantissimo in Irlanda che vale la qualificazione, e una doppietta (o tripletta?) questa sera a Parma.
In un'Italia bruttissima, orrenda, sonnolenta e a tratti fastidiosa lui si difende. Fa quel che può in una squadra stravolta e svogliata. Trascorre un'ora e più di partita a battagliare in un attacco spuntato poi ingrana la marcia. Di testa accorcia, in anticipo pareggia e, forse, mette pure lo zampino sul 3-2 finale che resta firmato Quagliarella. In una Firenze che snobba la Nazionale nessuno ha intenzione però di snobbare lui, il "Gila". Perchè se oltre tre reti in due gare con la maglia azzurra, ne dovesse arrivare un'altra sabato a Torino, allora sì che il popolo viola potrebbe esplodere di gioia. Nel frattempo può tranquillamente coccolarsi un grande bomber. Che, anche in maglia azzurra, vale molto di più di tanti altri nomi fin troppo sponsorizzati.