IL PARADOSSO DI RICKY
Sette presenze, due appena da titolare (e comunque mai per intero) per un totale di 223’ giocati dal suo approdo in maglia viola. Se per Riccardo Saponara non si tratta di un magro bottino, poco ci manca. Anche perché, probabilmente, la sua prima “mezza” stagione fiorentina l’ex fantasista dell’Empoli se l’aveva sognata molto diversa, non fosse altro per il fatto che il matrimonio tra il numero 21 ed il club viola sarebbe già potuto avvenire molto tempo fa. E che Paulo Sousa, in tempi non sospetti, era stato tra i primi a richiederlo a gran voce prima a Pradè e poi a Corvino. Un paradosso, quello tra Ricky e la Viola, che ha iniziato a prendere forma già a gennaio e che è proseguito anche ieri a Genova, con Saponara partito in panchina e subentrato negli ultimi 9’ di gara (utili, però, per sfornare per Babacar l’assist per il gol del definitivo 2-2).
In effetti, a ben guardare, le ultime prestazioni di Ricky - nonostante l’esiguo minutaggio che Sousa gli ha concesso da febbraio ad oggi - sono state a dir poco convincenti: assist a Kalinic per il gol vittoria di Crotone, tiro a giro sul secondo palo sul quale Mirante ha compiuto un miracolo nel match col Bologna oltre al passaggio vincente al Baba per il recente pari di Marassi. Una vera e propria ascesa a livello di numeri e prestazioni alla quale è corrisposto, al contrario, un impiego sempre decrescente del giocatore da parte di Sousa nelle ultime quattro giornate: 66’ contro il Cagliari (la sua seconda ed ultima gara da titolare), 23’ allo Scida, 20’ col Bologna e appena 9’ ieri a Genova. Mistero della fede, verrebbe da dire (e la settimana che ci porta alla Pasqua in tal senso lo concede).