IL NUOVO TORMENTONE
Che all’interno della roulette del mercato viola fosse destinato prima o poi ad uscire anche il nome di Matias Vecino più che una sensazione era quasi una certezza. Perché in mezzo alle candidature dei vari Borja (già partito), Bernardeschi (promesso sposo alla Juve), Kalinic (sedotto e quasi abbandonato dal Milan) e Chiesa (cercato con insistenza dal Napoli ma blindato da Corvino), era inevitabile che presto o tardi sarebbe spuntata fuori anche quella del mediano classe ’91. Per il quale il prezzo di listino in realtà, a differenza dei compagni, c’è eccome: 24 milioni cash, pagabili (previa autorizzazione del giocatore) entro il prossimo 10 agosto. Come recita la clausola posta in essere nel suo contratto.
Una sorta di oneroso cartellino “vendesi” che, a discolpa dell’attuale direzione sportiva, Pantaleo Corvino si ha ereditato dalla precedente gestione (quella di Pradè, che la inserì al momento del rinnovo di Vecino) e per la quale ad oggi si troverebbe impossibilitato ad opporsi qualora un club si dovesse presentare alla corte dei viola intenzionato a pareggiare la clausola che lega il talento uruguagio alla Fiorentina fino al prossimo 2021. Una prospettiva, quest’ultima, che sembrerebbe (almeno a parole) avere in testa l’Inter, che dopo la firma di Borja Valero vorrebbe continuare a far spesa in casa viola arrivando anche a Vecino, da tempo stimato da Spalletti e dal dg Sabatini.
Al momento però le parti sembrano essere distanti. E non soltanto per il fatto che il giocatore non ha mai manifestato la voglia di cambiare maglia (Pioli oltretutto lo ritiene imprescindibile nel suo 4-2-3-1), ma perché soprattutto l’iniziale idea dell’Inter sarebbe quella di proporre alla Fiorentina un conguaglio economico più il cartellino di una contropartita. Una soluzione che difficilmente, qualora fosse messa nero su bianco, troverebbe la risposta affermativa di Corvino. La storia, dunque, è ancora tutta da scrivere.