IL MENTAL COACH PER SOUSA
Il motivatore del motivatore. Per un giorno Andrea Della Valle si è travestito in un mental coach per il suo allenatore percorrendo un percorso esattamente opposto a quello che si è verificato in Estate. Ricordiamolo: Montella e la Fiorentina a giugno divorziano, tra dubbi, diffidenze e frecciate reciproche, in maniera dunque anche poco civile se si rapporta ai tre anni bellissimi passati insieme con la tifoseria che inevitabilmente si spacca nel ricercare le colpe di una resa. Paulo Sousa è il salvatore della patria, l'imbonitore della folla viola che lo accoglie tra lo scetticismo, pur forte di qualche trofeo in terra straniera, ma che poi si innamora velocemente del portoghese. Sousa sa parlare, è la prima cosa che salta all'occhio e all'orecchio, trasmette entusiasmo, coinvolge la città e le costruisce sogni prima a parole poi sul campo. A dicembre la squadra gioca bene ed è prima; i risultati aiutano, ma i giocatori sembrano seguirlo ad occhi chiusi e tutti, nelle loro interviste, non mancano di sottolinearlo. Sembra uno di quei santoni che ti fa camminare sui carboni ardenti senza scottarsi. La grinta del portoghese fa dimenticare velocemente la calma di Montella, meno bravo anche con le parole. La cultura di Paulo Sousa e i libri letti sono una garanzia nell'usare le parole giuste in sala stampa e dalla panchina ai suoi uomini, pronto a far leva sull'orgoglio dei fiorentini e di chi in campo va a nome loro e per poterlo fare va anche a visitare i luoghi storici e tipici di Firenze, legge, si informa.
A gennaio però la gestione societaria non è impeccabile (leggi, aiuti dal mercato), i tifosi mormorano, Della Valle latita, i risultati diventano più altalenanti e, quando c'è da salire sul podio grazie al calendario, vengono addirittura meno. Insomma sembrano smarrite la spavalderia, la grinta e le certezze che il tecnico aveva saputo trasmettere alla squadra fino ad allora, tanto che si parla già di un futuro di Sousa lontano da Firenze, con i primi corteggiamneti e i primi rumors che fanno male ai fiorentini. Di nuovo spaccati sulle colpe di un progetto che sembra già finito. Ecco allora che Della Valle, in un giorno in cui neanche te lo aspetti, viene e fa il motivatore per l'ambiente esterno ma anche e soprattutto per il suo tecnico. "Con Sousa abbiamo aperto un ciclo e abbiamo impostato un progetto di cui sarà ancora la guida". "La parola rassegnazione non è mai appartenuta alla Fiorentina neanche quando abbiamo rischiato di andare in serie B" "Cinque punti sono tanti ma sono anche pochi e finché la matematica non ci condanna lotteremo per la Champions" "Non abbiamo ancora vinto niente ma continueremo a cercare di farlo". Frasi insomma che vogliono andare dritto al cuore e alla testa di Paulo Sousa perché anche gli uomini forti a volte hanno bisogno di motivazioni e "coccole". Alla ripresa vedremo se Adv ha centrato l'obiettivo, almeno fino a giugno.