IL LUNGO INSEGUIMENTO È FINITO
Sembrava uno di quei tormentoni di mercato con il rischio evanescenza sulla coda finale. D'altronde lo sviluppo delle operazioni non è stato certamente dei più facili, anzi. Il nome del croato Marko Pjaca è uno di quelli da sempre presenti sulle liste di mercato di Corvino, che lo voleva già con sé al Bologna ancora prima di tornare al timone della dirigenza gigliata. E come tutti i tormentoni che si rispettino, è risbucato fuori alle porte della sessione estiva. Ma stavolta con un tratto decisamente più concreto. Tanto che sull'asse Firenze-Torino (bianconera) si era iniziato a discutere già da tempo, con però un lungo periodo di stallo causato dalle richieste troppo divergenti tra le due società.
Da parte juventina il timore principale risiedeva soprattutto nel timore di concedere il solo diritto di riscatto ai gigliati, e soprattutto l'impossibilità di inserire a livello economico la cifra del (presunto) riscatto futuro nell'attuale bilancio. Al massimo la concessione di un prestito secco, ipotesi scartata con fermezza dalla dirigenza viola. Stop alla Fiorentina come filiale per le big d'Italia, viste anche le discussioni nate con l'arrivo di Gerson. Alla fine, si può dire che un accordo è stato comunque trovato a metà strada, dato che la Fiorentina ha avuto sì un prestito con diritto di riscatto, come voleva, ma allo stesso tempo ha acconsentito all'inserimento dello spauracchio chiamato "recompra", alla spagnola, che è a favore dei bianconeri i quali potranno versare 26 milioni di euro nelle casse dei viola per riportare a Torino il croato. Ai posteri l'ardua sentenza sulla bontà o meno dell'affare, ma ora lo si può dire davvero: il lungo inseguimento, è finito. E lo è probabilmente anche grazie all'inserimento di Cognigni, sceso in campo oggi in prima persona, in un incontro con Marotta, per sbloccare l'empasse della situazione.