IL GIORNO DELL'AREOPLANINO
E finalmente arrivò il giorno, tanto bramato, del nuovo tecnico. Dopo varie peripezie (tradotto: i cazzotti Rossi-Ljajic, l'interregno firmato Guerini e la vacatio della panchina per quasi un mese) ecco che questo, salvo complicazioni dell'ultim'ora, dovrebbe essere il giorno del nuovo allenatore. Tutto ebbe inizio il 1 maggio, festa dei lavoratori, col fattaccio Rossi-Ljajic e col conseguente esonero del tecnico romagnolo, avvenuto il giorno seguente. Dunque trentasette giorni fa, un periodo infinito per la velocità con cui si parla e mastica di calcio. Un periodo che la società ha usato in vari modi: prima per rifare i quadri dirigenziali e poi, e soltanto poi, per scegliere il tecnico. Trentasette giorni di nomi, bufale, ipotesi e controipotesi. Da Zeman a Ranieri fino a Benitez, Spalletti e ritorno.
Una ridda di nomi infinita, ma andiamo con ordine. Dopo la gara contro il Novara, la squadra, come tutti ricorderanno, fu affidata al club manager Vincenzo Guerini che dopo soli due giorni andò a vincere a Lecce, salvando matematicamente la Fiorentina. Da quel momento, la panchina viola è stata terra di nessuno. Col Cagliari, all'ultima di campionato, in panchina sarebbe potuto andarci anche un tennista, tanto era amichevole lo spirito di quella gara. Finito il campionato, le parole di Andrea Della Valle marcarono la scadenza "per le importanti novità" in dieci giorni. Era il 14 maggio e niente successe di lì ad una settimana. Voci, quelle si. Prima Zeman, poi Ranieri, poi di nuovo Zeman, qualcuno disse pure Benitez per poi tornare subito su Ranieri. Il romano però non era ben visto dalla piazza ed il tifo non mancò di dimostrarlo, proprio col Cagliari. Zeman invece per vari motivi non fu mai in pole position, mentre Spalletti, nonostante le comuni volontà, era blindato da un contratto da nababbo con la Gasprom e lo Zenit di SanPietroburgo.
Ecco che dunque, come d'abitudine, tra i due litiganti il terzo gode. Spunta Montella e diventa ben presto il candidato principale. L'areoplanino ha rotto con il Catania, è giovane, è bravo, ma soprattutto ha la fiducia del nuovo diesse Pradé, il quale lo ha promosso da allenatore delle giovanili a tecnico della Roma in pochissimo tempo. E' l'identikit giusto, l'uomo per ripartire, tanto che lo stesso Cognigni si sbilancia dicendo che "Montella è l'uomo giusto, ci piace". Sembra allora fatta, ma in Fiorentina le cose facili non sono mai piaciute e dunque ecco che si erge l'ostacolo Pulvirenti. Un osso duro che costringe Montella a rinunciare a qualche cosa, soldi e non pochi, pur di essere liberato e venire a Firenze. Tutto però si risolve grazie al blitz dell'ex Roma a Catania che fa pace con gli etenei e siamo ad oggi, 8 maggio, giorno in cui Montella dovrebbe arrivare a Firenze. Trentasette giorni dopo dunque, i viola potrebbero tornare ad avere una guida tecnica, un allenatore giovane e fresco, un allenatore che ha fatto bene sia a Roma che a Catania. Per lui biennale con opzione sul terzo, sperando che davvero si possa ripartire e che questo sia un giorno felice per la Fiorentina.