IL COMMENTO TECNICO: UNA SCONFITTA CHE RAFFORZA. LA VIOLA GIOCA DA GRANDE E PUÒ ANCORA CRESCERE
Le sconfitte sono sconfitte, sarebbe meglio vincere, e su questo è d’accordo anche Catalano. Però ci sono delle partite perse che possono essere molto utili per rafforzare le convinzioni, far capire tutta la forza di una squadra e le possibilità future. Certe sconfitte fanno crescere e non è un paradosso. Morale?
La Fiorentina deve uscire dal San Paolo sempre più convinta di giocare un grande calcio e di avere tutto per essere e continuare ad essere una delle protagoniste del campionato e della stagione.
Lo dico e lo sottolineo anche a beneficio di coloro i quali del calcio capiscono solo il risultato e ragionano in base al due, uno, icchese: per me Napoli-Fiorentina è stata la più bella partita della serie A, almeno fino al pomeriggio di ieri .
Il primo tempo dei Viola (ma anche del Napoli che non ha preso gol e quindi difeso benissimo con un Reina fondamentale su Kuba) è stato di altissimo livello, una intensità e una qualità di gioco degna di altri campionati e di grandissime squadre.
Ho visto di tutto, dal giro palla al movimento senza palla, il gioco sulle fasce, verticalizzazioni, pressing e chiusura degli spazi con una organizzazione figlia di un grande lavoro. Per quelli che la partita perfetta è uno zero a zero, si guardino questo primo tempo e forse ci siamo.
La squadra di Sousa ha fatto circolare e recuperato la palla grazie a due centrocampisti (Vecino e Badelj) di livello assoluto, il movimento corale ha funzionato e gli inserimenti sugli esterni (Kuba e Alonso) sono stati efficaci con il lavoro di raccordo di Borja e Bernardeschi. La difesa ha giocato serena, senza affanni, Tata mai impegnato, il Napoli non ha trovato spazio per giocare o ribaltare l’azione.
E questo nonostante alcune prestazioni individuali meno lucide del solito (Berna, ad esempio, un po’ stanco o forse teso per essere titolare in una grande partita).
E pensare che le nazionali avevano portato via a Sousa dieci giocatori (al Napoli molti meno) e questa sfida l’ha dovuta preparare in poche sedute di allenamento. Il segnale, dunque, è ancora più importante, la Fiorentina sa giocare a memoria, ha acquisito dei meccanismi e delle conoscenze importanti, può solo migliorare.
Nel secondo tempo alcuni errori individuali (mancata copertura su Hamsik e Tomovic male su Insigne), hanno squarciato la partita, ma la Fiorentina ha subito il Napoli senza disunirsi. E il Napoli ha una grande squadra, è individualmente più forte dei viola e Sarri è uno stratega degno di Sousa. Il pareggio è arrivato con un gol firmato Ilicic-Kalinic. Assist perfetto e gol da grandissimo attaccante quale ormai ci sembra sia questo ragazzo croato che a 27 anni sta esaltando le sue qualità mai esplose. Ancora un errore individuale (Ilicic) ha aperto la strada a Higuain e deciso la gara, ma il pareggio sarebbe stato più logico. Pazienza. Una sconfitta così, con un Napoli che è pronto per lo scudetto, racconta che anche la Fiorentina c’è e ci sarà.
Anzi, a mio giudizio ci sono ancora dei margini di miglioramento che possono arrivare dal completo utilizzo dell’organico a disposizione del tecnico. Aspettiamo con ansia la crescita e la forma ottimale di Pepito Rossi che presto potrà tornare ad essere determinante con i suoi gol. Manca poco, forse un mese, per riaverlo al cento per cento. Ma anche Mario Suarez, l’acquisto più costoso dell’estate viola, prima o poi capirà come si gioca in Italia e sarà un’arma e una soluzione in più per un centrocampo già di alto livello. La sua fisicità e il carisma servono.
Ma anche Babacar e Bernardeschi stesso (i ragazzi) potranno solo crescere, come Kuba che non giocava tante partite ravvicinate da tanto tempo (Nazionale compresa). Quello che mi convince in un futuro sempre più sereno è anche la capacità di interpretare e di correggere le partite da parte di Paulo Sousa che sbaglia sempre pochissimo ed è sempre dentro la gara come quando giocava.
Anche ieri ha cambiato la squadra in corsa un paio di volte e ha utilizzato al meglio la panchina. L’infortunio di Alonso ha complicato le cose, ma il 4-3-3 finale è stato comunque molto efficace e anche su questo modulo è giusto lavorare.
Mi aspetto infatti che se Suarez non dovesse trovare il tempo e il ritmo del centrocampo a due, comunque Sousa sarà in grado di provare a disegnare una Fiorentina alternativa con il centrocampo a tre (Vecino-Suarez-Borja), nel 4-3-3 o nel 3-5-2. La stagione è appena cominciata e più soluzioni saranno utili e importanti.
I miglioramenti potranno arrivare anche dal mercato e gennaio non è lontano. E’ chiaro, e lo sa anche la società, che un difensore serve e servirà ancor di più quando si accumuleranno i cartellini. E’ altrettanto chiaro che sia Tomovic che Roncaglia alternano buone prestazioni ad amnesie.
Tomovic, in particolare, è uscito distrutto per l’errore sul gol di Insigne. Ha sbagliato lui, certi attaccanti non vanno mai persi, stare aggrappati alla loro maglia non è reato, ma anche la copertura del centrocampo in questa occasione non è stata ottimale. Non è un campione e lo sappiamo, ma buttare la croce su di lui non servirebbe a niente, anzi, la sua regolarità spesso ci piace.
Quindi, avanti così, con questa convinzione, con questo gioco, la personalità, ma anche la capacità di soffrire. Rispetto alla scorsa stagione ci sono comunque otto punti in più in classifica, una squadra equilibrata e quello stare lassù in alto che fa bene all’autostima e fa dire che questa Fiorentina non solo può giocarsela con tutti, ma se la giocherà a cominciare da domenica prossima alle 18 contro la Roma. Ne sono certo.