IL COMMENTO TECNICO: POCO CORAGGIO E TANTI ERRORI MA IL GIOCO RESTA LA FORZA VIOLA

14.12.2015 00:24 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
IL COMMENTO TECNICO: POCO CORAGGIO E TANTI ERRORI MA IL GIOCO RESTA LA FORZA VIOLA
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La differenza fra la Juventus e la Fiorentina l’hanno fatta la grande personalità di una squadra più matura, abituata a vincere e lottare, che non molla mai, e una panchina più importante di quella viola, decisiva nelle scelte iniziali di Allegri e nei cambi.

Ai viola, nonostante una sconfitta che fa male per molte ragioni, comunque restano le certezze di sempre che vanno coltivate e perfezionate, la qualità del gioco superiore a quella dei bianconeri dimostrata per ottanta minuti, la mentalità vincente, la voglia di provarci contro tutti e ancora due punti di vantaggio in classifica che non sono tanti, ma neanche pochi.

Resta più che mai la convinzione che questa è una grande squadra, con un gioco brillante e sarà in grado di giocarsela fino in fondo per i posti che contano. Scudetto? Perché no, magari con opportuni acquisti in gennaio, ma questa sconfitta non è certamente la fine del sogno e l’inizio della scivolata in classifica come qualcuno sicuramente comincerà a dire e a scrivere. Il sogno resta intatto, la qualità della Fiorentina pure: chiudere l’anno al secondo posto e quindi in Champions è ancora possibile e sarebbe qualcosa di straordinario.

Tornando alla partita, diciamo comunque che non è stata la Fiorentina di sempre, quella che ci saremmo aspettati in una partita come questa che poteva lanciarla ancor più stabilmente nelle zone alte con il pari tra Napoli e Roma, e contemporaneamente eliminare la Juventus.

E’ mancato un po’ di coraggio, è mancata la solita spavalderia. Mi viene da pensare che il rigore iniziale abbia cambiato psicologicamente la partita e l’atteggiamento dei viola. Mi sarei aspettato una Fiorentina più rabbiosa, più dinamica, più sfacciata, evidentemente la condizione atletica non è quella di due mesi fa, la stanchezza anche mentale c’è e si vede, ma pure la forza della Juve ha contribuito alla scarsa vena offensiva dei viola.

Il merito della vittoria dei bianconeri è tutto nello straordinario terzetto difensivo (Barzagli, Bonucci, Chiellini) che hanno giocato in maniera perfetta, sempre da reparto, vanificando tutte le azioni di Kalinic, togliendogli gli spazi al suo movimento, cancellandolo dal campo e con lui tutta la manovra offensiva della Fiorentina non ha trovato sbocchi.

Rigore a parte, i viola che hanno una media tiri a partita molto alta, ieri non sono riusciti a tirare una volta seriamente nella porta di Buffon. E’ su questo dato e sulla solidità difensiva della Juventus che bisogna riflettere commentando questa partita.

Le mosse di Allegri consentite da una panchina di grande qualità, hanno fatto il resto. Cuadrado invece di Lichsteiner dall’inizio ha messo in difficoltà Alonso e gli ha impedito di giocare come sa. Evrà invece di Alex Sandro ha dato più copertura alle azioni di Bernardeschi e le ripartenze bianconere sono arrivate tutte da quella parte del campo.

Poteva però essere comunque pareggio e la Fiorentina lo avrebbe meritato ampiamente fino a dieci minuti dalla fine. Poi sono arrivati un paio di errori individuali, un Tatarusanu che non mi è piaciuto e con il secondo gol è stata la fine.

Forse Sousa avrebbe potuto cambiare qualcosa in una squadra stanca senza aspettare gli ultimi minuti. Quando il pareggio cominciava a stare bene, forse Babacar davanti spostando Kalinic al posto di Ilicic, avrebbe dato maggiore fisicità.  Forse Pasqual dietro a Alonso, passando al 4-4-1-1 avrebbe consentito di difendere meglio. Ma se avesse perso dopo questi cambi gli avremmo dato del catenacciaro.

Probabilmente Sousa non ha cambiato sapendo che comunque dai panchinari non avrebbe avuto di più rispetto a quelli che stavano giocando, però della fatica bisogna sempre tener conto e cambiare a metà ripresa si deve soprattutto quando lo fa l’avversario. Coriandoli di una gara molto negativa solo nel punteggio. Per il resto spunti di riflessione per crescere ancora e per intervenire sul mercato.

La sensazione è che fra le prime cinque della classifica il divario di forze sia assolutamente lieve e la posizione in classifica può variare nei dettagli, nei particolari, nelle gare con le piccole più che in certi scontri diretti. Per fare un esempio, secondo me pesano più i due punti lasciati all’Empoli che non i tre di ieri sera che potevano essere messi in conto. Questo per confermare che la sconfitta contro la Juventus vale doppio per la storia e la rivalità, ma al lato pratico è solo una tappa negativa che non incide più di tanto su un campionato straordinario. Arriva il Chievo, l’occasione per ripartire c’è subito.