IL COMMENTO TECNICO: MA DELLA VALLE DOV'È? SPARITE SOCIETÀ E SQUADRA
Condivido e mi associo alle parole di Borja Valero: è il peggior momento dalla rifondazione avvenuta nel 2012. La squadra è sparita, ma è sparita anche la società: La Fiorentina attraversa un lungo, incredibile momento di vuoto. A perdere, naturalmente.
Si respira una sensazione di abbandono e di disagio, con un management di fatto silurato, un allenatore a galleggio tra il presente e il futuro, una squadra che non sa più giocare e ormai corre come si fa alle marce dell’amicizia. Tanti dead men walking.
E così, dopo i troppi, tristi pareggi con formazioni delle zone più basse della classifica, in questa situazione è arrivata anche la sconfitta con l’Empoli. Perdere il Derby contro i cugini che hanno un budget da briciole e fanno bene calcio, brucia ancora di più. Non succedeva da trent’anni e anche il dato che di per sé non dovrebbe significar nulla, contribuisce invece a disegnare un quadro drammatico. Cosa sta succedendo e perché sta succendo?
Sono queste le due domande che ci facciamo noi e che, soprattutto, dovrebbe farsi Andrea Della Valle. Magari pretendendo delle risposte. Purtroppo, però, anche lui, con le sue lunghe assenze (dove è finito?), i suoi dubbi (prima di Pasqua) e il suo eccessivo ottimismo (durante il cinquantesimo del Centro di coordinamento), sta contribuendo alla cattiva gestione di un momento complicatissimo.
E’ nei momenti difficili che il gruppo dovrebbe sentire sul collo tutti i giorni il fiato del padrone. E’ nei momenti difficili che la proprietà dovrebbe metterci la faccia. Sono tutti buoni a prendere gli applausi nei momenti migliori.
E non si può più giustificare la situazione solo dicendo che il quinto posto l’avremmo firmato tutti prima dell’inizio del campionato. E’ vero, l’avremmo firmato. Ma il campionato aveva offerto altre occasioni e altre opportunità che andavano sfruttate e che invece stanno sfuggendo di mano come saponette bagnate: non si può buttar via in questo modo tutto il grande lavoro fatto negli ultimi anni dalla società e da questo gruppo.
Se non si arriva in testa alla classifica per caso ma per meriti, è altrettanto vero che questa caduta libera è frutto di tanti demeriti e di troppi errori. Qualcuno doveva capire, qualcuno doveva analizzare, intervenire e porre rimedio in tempo per cercare di conservare quello che era stato fatto di bello e rimettere la situazione su binari accettabili e dignitosi . Così no, così fa male.
Sono due mesi che la Fiorentina non corre più, perdere l’obiettivo del terzo posto e della Champions è stato doloroso, ma ora ho la sensazione che stia scivolando anche il quarto posto e se non succedono così decisive, comincia a farmi paura anche il ritorno del Milan che con la Juve ha perso, ma ha giocato una gran partita.
Da oltre un mese su Firenzeviola sto segnalando questo stato di abbandono, il disagio che si avverte, l’apatia, sperando che Adv trovasse il coraggio e il tempo per provare a rimettere a posto le cose parlando con tutti, guardandosi negli occhi, dai dirigenti ai giocatori hanno bisogno di un reset. Non so se la carota o il bastone, ma questo senso di ineluttabilità e accettazione inerme del destino non mi sta bene e non può star bene a nessuno.
E non si possono neppure dare tutte le colpe al mercato di gennaio. Ho già scritto diverse volte e mi ripeto a beneficio per quelli che parlano solo per sentito dire o non sanno leggere (forse ce ne sono anche fra i giornalisti?) che la campagna di rafforzamento (?) è stata una delusione. La Fiorentina doveva investire per continuare a inseguire un sogno e non dare alibi all’allenatore: muovendosi per tempo e con le idee chiare un difensore oltre Lisandro, un centrocampista e un esterno importanti si potevano trovare.
Detto questo, se la squadra (senza Tello e Zarate) è riuscita a fare cose straordinarie, come mai non sa più fare neppure cose normali? E qui chiamo in causa l’allenatore. Premesso che non mi interessa con chi va a cena, sugli spalti del Castellani a Empoli c’erano più dirigenti dello Zenit che della Fiorentina.
Sicuramente non hanno fatto un viaggio così lungo per me anche se eravamo seduti vicini, forse c’erano in campo anche dei giocatori che potrebbero interessare, però la situazione puzza. Fra l’altro, come ricorderete, Sousa si incontrò anche con il Chelsea a febbraio quando Abramovic fece un profondo screening per scegliere l’allenatore. Insomma, nonostante le parole di Adv e un contratto, c’è la sensazione che Sousa si faccia parecchio gli affari suoi. Normale, dirà qualcuno. Certo, però sta facendo meno gli interessi della Fiorentina e questo è il problema.
Lui parla sempre di lavoro, di mentalità, di filosofia, ma su una squadra in rottura continua da due mesi un allenatore dovrebbe saper incidere di più. E invece la Fiorentina è sempre uguale a sé stessa, con l’encefalogramma piatto, incapace di una reazione qualsiasi, anche nervosa non guasterebbe. A Empoli ha corso per un quarto d’ora. Mi viene un sospetto che avevo già buttato lì qualche mese fa, non è che Sousa in fase di preparazione si sia dimenticato della resistenza e del fondo?
Successe già con Terim. Il turco, temendo la piazza, fece partire a razzo la sua squadra che a gennaio si piantò come un cavallo davanti a un ostacolo. Ora ci sono duemila diavolerie per controllare la forma dei giocatori, i computer sono sempre accesi, come è possibile finire così, come una macchina senza benzina? Se il problema è nella testa, ancora più responsabile è l’allenatore che non riesce più a motivare il gruppo.
Alcuni giocatori in particolare, quelli che avevano fatto la differenza nell’andata (Kalinic, Bernardeschi, Alonso, ma anche altri) sono cotti più di altri. E allora mi chiedo, con una squadra così a pezzi è logico giocare sempre nello stesso modo e con la stessa idea di gioco?
Sousa su questo è incrollabile, non molla di un centimetro, ma con la filosofia non si fanno punti. E il suo calcio, bellissimo, si deve giocare soltanto ad alti ritmi altrimenti invece del Tiki Taka riveduto e corretto, diventa la processione del venerdì santo. Lenta e triste. Ieri i viola hanno verticalizzato di più, questo è vero. Ma evidentemente la Fiorentina ha anticipato le regole del calcio, gioca già al ritmo della moviola e le verticalizzazioni moviolate le intuisce anche un bambino. Questo allenatore andrebbe scosso, messo di fronte alle sue responsabilità, come già detto dovrebbe avere sul collo anche il fiato di ADV.
E qui mi viene in mente la trasferta di Roma fatta in treno il giorno della partita. Fossi Adv caccerei immediatamente chi ha dato l’ok per una idea del genere. La Fiorentina non è mica l’Olanda di Crujff che aveva abolito i ritiri e portava le mogli in albergo… forse qualcuno si è montato il capo.
Ora serve il ritiro? Non lo so. Forse. So solo una cosa, l’inizio della fine porta una data: il calciomercato di gennaio. Una burrascosa telefonata di Paulo Sousa nella notte finale del mercato e le reazioni che si sono succedute, hanno scavato un solco fra lui e la Fiorentina che nel frattempo nessuno si è preoccupato di colmare.
Scene già viste perché questa società vuole lavorare in team, ma poi si fa usare, lascia troppa indipendenza e potere all’allenatore di turno, non riesce fino in fondo a tenere unito tutto e tutti. Il team funziona quando le idee sono comuni e le cose vengono condivise. E quando si decide stop, tutti devono essere d’accordo e remare nella stessa direzione. Che succederà ora? Spero che intervenga Adv dimostrando di avere ancora quella grinta e quel decisionismo di un tempo. E se non basta c’è sempre Ddv.
Ripeto, da quattro anni mai visto uno sbando così. Colpa anche delle voci di rivoluzioni mai smentite con decisione e nei tempi giusti, di atteggiamenti blandi e di una comunicazione devastante. Comunque restano sei partite per salvare quel che resta di un campionato che ben che vada si chiuderà con la conquista dell’Europa League. Salviamola. E se è vero che l’avremmo firmata con gioia l’agosto scorso, oggi ha il profumo acre di un miseria. E dopo essere stati milionari fa ancora più male…