IL COMMENTO TECNICO: INGENUITÀ, AZZARDO E SFORTUNA DELLA VIOLA2
Prendere gol al novantesimo dopo essere appena andati in vantaggio è qualcosa di assolutamente atroce. Uno dei gesti di sadismo estremo del calcio, ma anche una grandissima ingenuità della Fiorentina che ancora una volta ha mostrato i suoi limiti e la sua incapacità nel gestire il risultato.
Peccato, un vero peccato. E’ stata una partita strana, come in genere lo sono quelle giocate dopo il giovedì di Europa League, una partita piena di azzardo, ma anche di sfortuna.
La Fiorentina avrebbe meritato di vincere per la gran mole di gioco che ha prodotto, ma la scarsa coesione di una squadra tutta nuova che chiameremo Fiorentina Due e una buona dose di errori, hanno mostrato molti limiti e vanificato tutti gli sforzi e le idee di Montella.
A tutto questo dobbiamo aggiungere un rigore sbagliato dopo pochi minuti che ha condizionato la partita di Babacar e cambiato una gara che sarebbe diventata tutta in discesa e invece è rimasta difficile e complicata. In mezzo si è messo anche un Torino ostruzionistico, scontroso, poco propenso a giocare e molto a difendere. E, si sa, contro le squadre che non giocano, la Fiorentina fa più fatica.
Morale? Un pareggio deludente e ingenuo per come è venuto, ma accettabile se collocato nel momento più difficile della stagione, a cavallo tra la prima e la seconda sfida con il Tottenham e contro un Torino che non perde da novembre.
Montella ha mostrato molto coraggio e idee chiare nel preparare questa gara. Per molti versi ha stupito schierando una formazione completamente rivoluzionata rispetto a Londra, con solo tre conferme, Tata, Basanta e Gonzalo, e otto novità. Tra questi alcuni non giocavano da molto tempo come Aquilani, altri avevano giocato pochissimo come Ilicic, o poco come Badelj, Vargas e Tomovic, o quasi niente come Rosi al debutto dall’inizio. Ma non basta.
Montella ha presentato per la prima volta anche un modulo che non apparteneva al bagaglio tattico dei viola, vale a dire un 3-4-2-1 con giocatori molto tecnici e due soli centrocampisti (Aquilani e Badelj).
L’idea non è male, le squadre che studiano e sanno cambiare schieramento ci piacciono. C’è dietro il lavoro del tecnico e dei giocatori e un gruppo capace di certe metamorfosi va solo elogiato: i frutti arriveranno.
Forse, però, Montella si è fidato troppo, ha sopravvalutato le condizioni fisiche di qualcuno e la capacità di adattarsi al nuovo modulo di altri. Sicuramente otto uomini nuovi, in pratica una squadra che mai aveva giocato assieme, sono stati un grande rischio che ha pagato relativamente. Con il senno di poi c’è un po’ di esagerazione.
Qualcosa ha funzionato come Badelj che messo in linea con un altro centrocampista ha giocato la miglior partita in viola. Una coppia di centrali (per l’occasione Badelj e Aquilani) consente anche di dipendere meno da Pizarro e di ovviare a sue eventuali assenze. Esperimento riuscito.
Bene anche Ilicic che aveva voglia di dimostrare che non è quel paracarro visto fino ad oggi: missione compiuta. E’ stato bravo. Meno bene invece l’intesa collettiva e i movimenti, un gioco con calciatori così tecnici va attuato con maggior precisione nell’ultimo passaggio e maggiore velocità. Deludenti i due esterni di centrocampo Rosi e Vargas, spesso presi in mezzo, o troppo alti o troppo bassi.
Anche Babacar, psicologicamente bruciato dal rigore fallito, può fare meglio, deve giocare con maggiore intensità e precisione. Diamanti, poi, è sembrato meno lucido rispetto alle prime partite: forse paga una preparazione non ottimale.
Insomma, la Fiorentina ha tenuto il pallino del gioco, menato la danza, ma si è resa poco pericolosa proprio per l’ostruzionismo del Torino e i limiti appena detti: non può funzionare subito una squadra completamente nuova. Sarebbe stato un miracolo.
Noi, forse meno coraggiosi di Montella, tanti cambi non li avremmo fatti. Ma c’è anche da capire che la rosa è vastissima, ci sono giocatori importanti che giocano poco e possono comunque portare il loro contributo.
E poi in questo momento la priorità è passare il turno in Europa League e alcuni dei titolari erano stanchi (Mati e Joaquin su tutti) o infortunati (Borja) e i due attaccanti Salah e Gomez era giusto non spremerli: giovedì serve la loro lucidità nell’ultimo passaggio e sottoporta.
A proposito di giovedì, sarà un’altra Fiorentina e di questo siamo certi. Ieri è mancata anche la personalità che ha dimostrato la squadra di Londra, ma ripetiamolo, non si inventa una Fiorentina Due senza qualche rischio. Con il Tottenham invece nessun rischio e tante certezze a cominciare dal Franchi che si prepara a una notte magica.
TWITTER: EnzoBucchioni