IL COMMENTO, Sintomi da grande squadra
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© foto di Morini Giacomo
Polemiche alle spalle, testa al campionato, prima vittoria in trasferta e altri tre pesantissimi punti. Bravissima Fiorentina. Sul campo di un Livorno ferito e affamato di punti la truppa di Prandelli tira fuori una prestazione tutta grinta e concretezza e si issa a quota 13, al pari dell'Inter. Tanta roba.
Queste sono vittorie da grande squadra. Capacità di soffrire, difesa solida e istino da killer. Qualità che solo i gruppi vincenti possiedono e questa Fiorentina lo è sempre di più. Partiamo dalla difesa. In cinque giornate, la Viola ha subito goal solo in due occasioni: a Bologna e nella disfatta di Roma, per un totale di quattro reti. Roba da primi della classe. Frey è il solito mostro, De Silvestri deve crescere ma già lascia intravedere il suo strapotere fisico, mentre al centro Dainelli sembra lontano parente del giocatore spesso distratto della passata stagione.
Quella di ieri è stata anche la partita della "panchina", e quindi di Prandelli. Tre cambi per rivoltare la partita, dimostrazione che con il Mago di Orz anche una rosa obiettivamente corta può diventare fonte di insperate risorse. Una gestione perfetta, quella del mister. Lasciati inizialmente a sedere, due uomini fondamentali come Marchionni e Zanetti diventano decisivi nel secondo tempo. Il primo con la sua saggezza tattica e la capacità di verticalizzare, il secondo per freschezza e determinazione.
Discorso a parte merita Jovetic. Lo Jo Jo viola ormai gioca che è un piacere. Decisivo sempre e comunque, anche in soli venti minuti. Entra in campo e dopo un quarto d'ora si presenta dal dischetto e segna. Come bere un bicciher d'acqua, per lui. Stevan è sereno, rischia le giocate, sa di essere l'uomo in più della Fiorentina e si esalta per questo. Fare a meno di lui, adesso, è impossibile. E Vargas? Un treno, devastante sulla fascia sinistra. I suoi cross tagliano le aree avversarie come lame, e per la terza volta una sua iniziativa sulla sinistra determina il risultato. Era successo col Cagliari e con la Sampdoria, con gli assist da fantascienza per Gilardino. E' successo ieri, col traversone dal quale è nato il calcio di rigore.
Insomma, questa Fiorentina corre. Eccome se corre. Martedì arriva il Liverpool, ma quella è un'altra storia. In Champions League si va per stupire, per "divertirsi" e per misurarsi con se stessi. In campionato no. In campionato i viola si propongono con forza sul palco delle grandi, come prima, più di prima. Più forti delle polemiche, con un pensiero forte per il Presidente Andrea, il gruppo va avanti e la crescita continua. Con una sensazione, questa Viola, tanto discussa in estate, è più squadra dello scorso anno. E pensare di essere davvero grandi, quando si vincono partite così, non è un azzardo.