IL COMMENTO: 4° POSTO, OTTIMA STAGIONE. MA MONTELLA ROVINA TUTTO ED ANDRÀ VIA

Firenzeviola.it ospita come sempre al termine di ogni partita giocata dalla Fiorentina il commento di Enzo Bucchioni, prestigiosa firma del QS e già nostro editorialista, per approfondire la prestazione della squadra di Montella
01.06.2015 00:30 di  Enzo Bucchioni   vedi letture
IL COMMENTO: 4° POSTO, OTTIMA STAGIONE. MA MONTELLA ROVINA TUTTO ED ANDRÀ VIA
FirenzeViola.it
© foto di foto Federico De Luca

Il quarto posto della Fiorentina conquistato sul filo di lana con la vittoria sul Chievo e la sconfitta del Napoli, è l’ennesima dimostrazione che questa è una buona squadra, sicuramente non da rottamare, e che questo ottimo ciclo viola non è ancora finito.

A inizio stagione molti (noi no) avrebbero firmato per la riconquista dell’Europa League e due semifinali delle coppe, in fondo la Fiorentina ha giocato, fatto divertire, e pur con alti e bassi ha fatto molto meglio di squadre dal budget e dalle risorse ben più alte come Milan e Inter, ma anche dello stesso Napoli che ha lasciato alle spalle in classifica. Segno che società, tecnico e squadra hanno fatto bene.

Con un po’ di fortuna (l’ennesimo flop di Gomez e non solo) la Fiorentina avrebbe potuto fare ancora meglio, con una gestione migliore nel momento più importante della stagione ora probabilmente saremmo qui con un trofeo in mano. Pazienza.

Sarebbe il momento delle feste e comunque dei ringraziamenti se non ci fosse il caso Montella che per tutto l’anno è stato un freno e una palla al piede. Se l’allenatore avesse creduto un po’ di più nelle possibilità di questa squadra, l’avesse spinta e caricata al massimo, saremmo qui a fare altri discorsi e a celebrare un’annata storica.

Purtroppo Montella ha cominciato a manifestare perplessità sin dalla fine della scorsa stagione, poi ha rincarato la dose per tutto l’autunno con i dirigenti e da qualche settimana ha espresso in pubblico delle considerazioni che sicuramente hanno destabilizzato l’ambiente e turbato il lavoro di programmazione dei dirigenti avviato da tempo .

Perché Montella l’abbia fatto un giorno lo sapremo. Sicuramente c’è di mezzo una sfrenata ambizione personale che lo porta sempre a temere di fare peggio di quello che ha fatto rischiando di compromettersi o di dare uno stop alla carriera. Un atteggiamento egoistico inaccettabile.

A fine stagione di un anno fa temeva di non ripetersi e ha detto quello che ha detto, alzando dubbi sugli investimenti (poi smentito) della società, quest’anno ha cominciato molto tempo prima, più o meno per lo stesso motivo, o magari sperando di trovare qualche panchina più prestigiosa.

Dire in pubblico che più di così questa squadra non potrà fare è stato un errore imperdonabile, secondo me ha mancato di rispetto a un gruppo di grandi giocatori e ha dato loro anche un alibi nel momento decisivo della stagione.

A quarant’anni servirebbe più umiltà e la volontà di bruciare le tappe ci sembra decisivamente eccessiva. Il tutto, naturalmente, a spese della Fiorentina.

Se un allenatore ha dei dubbi,  se non gli piace la squadra che la proprietà gli ha messo a disposizione, le strade possono essere solo due.

La prima, la più banale, ma anche la più coerente, dovrebbe portare alle dimissioni. Molti colleghi di Montella l’hanno fatto, anche allenatori più scafati e vincenti come ad esempio Antonio Conte l’anno scorso con la Juve.

La seconda, la più normale, sarebbe stata di chiedere un incontro con la dirigenza per spiegare le lacune da colmare nel mercato estivo per cercare di fare una Fiorentina ancora più forte, ma tutto nel gran segreto delle stanze della sede.

Parlare in pubblico, criticare la società, dire di squadra e ciclo finiti, quando poi scopri che la Fiorentina è ancora da quarto posto, sinceramente lascia perplessi un po’ tutti. E alza dubbi anche sulla tenuta di questo allenatore che non ragiona con freddezza, ma sull’istinto del momento.

Perché, secondo Montella Andrea Della Valle vuol fare una Fiorentina più debole? Non mi risulta.

Caso mai spera di trovare un allenatore che nei momenti difficili sia capace di dare la carica e non sbagli una dopo l’altra le quattro partite fondamentali della stagione (Juve, Siviglia, Cagliari e Verona).         

Se guardiamo la classifica del campionato, poi, comincia il rammarico. Con un atteggiamento diverso la Fiorentina poteva essere in Champions League. Quando c’è stata la clamorosa sconfitta in casa per 3 a 1 con il Cagliari, la Lazio e il Napoli erano a portata di mano, il sorpasso era possibile. Questa sconfitta e la successiva con il Verona sempre in casa (incredibile) hanno interrotto il volo.

Una stagione normale sarebbe finita con soddisfazione da entrambe le parti e la convinzione che con due-tre innesti importanti, qualche giovane da valorizzare ancora di più (come Baba e Bernardeschi), ma anche con altri innesti che ci saranno, si poteva ripartire con ambizioni ancora più alte.

Con umiltà l’allenatore avrebbe potuto riconoscere gli errori e spiegato che l’anno prossimo si potrà fare anche meglio. Non l’ha fatto.

Così la società ha capito che Montella ha perso gli stimoli e le motivazioni. E’ lui che sente il bisogno di cambiare aria, che vuole nuovi stimoli, che ha perso motivazioni, non la squadra da rottamare.

Il colloquio con Adv ha detto questo.

Il patron sta riflettendo, ieri sera non era al Franchi per non farsi coinvolgere dalle domande e dalle polemiche, dall’incontro pare abbia capito che Montella non ha più dentro di se il fuoco che aveva tre anni fa. E questo non è accettabile, significherebbe legarsi per un contratto o per abitudine, non per grandi obiettivi. E questo non va bene.

Il nodo è il contratto. Se Montella si dimette e non pretende niente, la Fiorentina è disposta a lasciarlo libero. Se invece l’allenatore pretende l’abolizione della clausola da cinque milioni per andare ad allenare altrove, la Fiorentina non ci sente. Gli accordi presi vanno rispettati da entrambe le parti.

Una situazione dalla quale è difficile uscire, che amareggia soprattutto Andrea Della Valle che era convinto di aver trovato un allenatore giovane con la voglia di crescere assieme alla Fiorentina in un percorso di cinque anni.

A questo punto i margini per una riconferma sono pochissimi. Nessuno vuole usare la colla per andare avanti.

Il successore? Ribadiamo quanto anticipato sorridendo di fronte a tutti quelli che hanno tirato fuori Maran, insistito su Di Francesco abbandonato da tempo o pensato al pur ottimo Sarri.

La Fiorentina sta dando la caccia a un allenatore vincente, pronto, preparato a prendere in mano questa squadra, a migliorarla seguendo lo stesso concetto di calcio brillante.

Potremmo fare i soliti due o tre nomi (Spalletti, Donadoni etc), c’è anche una pista nuova, straniera, ma in questo momento nessuna decisione è stata presa e quindi tutto può ancora succedere.

Due-tre giorni per sapere e l’ultimo applauso a questa squadra che anche ieri sera ha dimostrato attaccamento alla maglia e buon gioco. Ma in eredità lascia la solita fase difensiva da brividi vista anche ieri sera. Di questo c’era da parlare caro Montella..

Dunque, squadra non finita, ma da restaurare bene per farla crescere ancora. A chi toccherà il lavoro?

Twitter @EnzoBucchioni

www.thebuccnotes.it