IL COLORE DEI PALLONI

11.03.2013 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
IL COLORE DEI PALLONI
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Dipende dalla serata, e dalle condizioni meteorologiche. Perchè non sempre il pallone è quello giallo. Talvolta è anche bianco. Eppure, bianco o giallo che sia, per il futuro sarà bene che due concorrenti all'Europa come Inter e Lazio si rivolgano direttamente a Borja Valero (e più in generale ai viola) per capire di quale colore sia realmente il pallone. Un'altra lezione di calcio, quella andata in scena all'Olimpico ieri sera, che fa il paio con la perfezione perfetta contro l'Inter e che riporta la memoria a vittorie esterne del calibro di San Siro contro il Milan, Marassi contro il Genoa o la stessa Palermo a fine 2012.

Dalla vittoria contro la Lazio arrivano poi una valanga di risposte positive, tutte pesanti. Da Viviano che nel finale sfodera fior d'interventi su Hernanes e Floccari a Jovetic cattivo e determinato nello spedire nell'angolo il pallone dell'uno a zero come se fosse una palla da biliardo. Da Borja Valero sempre più sosia di Iniesta (calcisticamente parlando) a Ljajic che finalmente comincia a mantenere quelle promesse che sembravano destinate a rimanere tali. Tutta la Fiorentina gioca a memoria contro la Lazio, e la rende impotente. Perchè nel frattempo Pasqual e Cuadrado sfondano e coprono come se niente fosse.E in mezzo a quesi tre punti che consentono il salto doppio ai danni di Lazio e Inter (proprio le due formazioni messe sotto in campionato) ci sono anche le nuove risposte di Montella.

Un tecnico bollato di inesperienza non appena, a gennaio, i risultati sono venuti meno. Che qualcosa il tecnico viola abbia sbagliato l'abbiamo detto e scritto anche noi, che il suo lavoro fino a oggi sia già ottimo, però, l'abbiamo voluto ribadire più volte. Perchè già correre a queste velocità, in queste zone di classifica, e con questa qualità di gioco è anche e soprattutto un successo di questo tecnico che fa giocare la Fiorentina come non accadeva da tempo. Se per scoprire il colore del pallone molti degli avversari devono rivolgersi a Borja e compagni, è anche merito suo. E da qui alla fine non è per niente detto che le lezioni siano terminate, così come niente è detto sul traguardo finale.