(UNA) VIA D'USCITA
Patrimonio di poco conto, quello dei “se”, e non c’è nemmeno bisogno di scomodare troppi adagi antichi. Il day after di San Siro, non meno amaro del precedente quando la Fiorentina fu ridimensionata dall’Inter, lascia il consueto sapore amarognolo in bocca, la sensazione di una grande occasione sprecata seppure ci sia tutto il tempo del mondo per recuperare il terreno perso nell’ultimo mese.
E d’altronde anche guardando l’attuale classifica, in attesa di ulteriori risultati, vien da pensare che non solo la Fiorentina sia alle prese con problemi evidenti, altrimenti Atalanta e Lazio - per citare un paio delle potenziali concorrenti dei viola per un posto in Europa - non si ritroverebbero oggi alle prese con identici processi alla sconfitta. Di certo in casa viola, al di là delle specifiche analisi sul k.o. al Milan, andrà tenuta bene a mente la dinamica di un campionato nel quale tutto resta ancora in discussione, almeno in termini di ambizioni.
Insomma se di livellamento si può parlare è nell’ottica di un trend generale in discesa, di una borghesia calcistica in difficoltà nella quale la Fiorentina potrebbe comunque provare a inserirsi, se solo trovasse qualche certezza offensiva in più e magari pure qualche alternativa più incisiva nelle altre zone del campo.
Modo più o meno diplomatico per anticipare che in una stagione contraddistinta dall’incertezza come quella attuale aggiungere qualità (ora che nel mercato invernale sarà possibile) a una squadra che in termini di qualità individuali sta pagando dazio (almeno a giudicare dalle ultime 4 sconfitte in 5 gare) potrebbe essere la strada migliore, la via d'uscita necessaria per non rischiare di gettar al vento l’opportunità di una stagione tutt’oggi fuori da troppe logiche.