L'EUROPA PUÒ ATTENDERE
Pareggio amaro e un arrivederci ai sogni Europei. Così risuona nella testa l'eco del Manuzzzi dopo il gol beffa di Caserta negli ultimi minuti della partita. Difficile pensare adesso, ad una settimana dal Milan capolista, che in casa viola si possa parlare ancora apertamente di Europa. Una vittoria oggi avrebbe permesso alla Fiorentina di scavalcare il Palermo in classifica e mettere pressione alla Juventus, ad una sola lunghezza di vantaggio in attesa del posticipo con la Roma. Purtroppo però il secondo centro stagionale di capitan Montolivo e il sigillo del Gila nel giorno della sua centesima presenza in viola, non sono bastati per riaccendere la scintilla ad un campionato in salsa agro-dolce.
Vero è che la Fiorentina non perde ormai dall'inguardabile serata dell'Olimpico contro la Lazio e i risultati utili consecutivi, con il pareggio odierno, salgono a quota nove, ma la triste realtà è che la Fiorentina oggi aveva l'obbligo di vincere. La fortuna, palo etraversa di Natali, non ha sicuramente girato in favore dei viola, ma le scelte di Mihajlovic fanno comunque riflettere. Su tutte quella di riproporre Donadel vertice basso di centrocampo per dirottarlo al ventesimo del primo tempo sull'interno per lasciare il timone nelle mani di Montolivo. Ad onor del vero però anche l'atteggiamento iniziale della squadra non è stato certo dei migliori.
Entrata in campo svagata e apparentemente sulle gambe, la Fiorentina ha di fatto regalato quasi un tempo ad un Cesena non proprio irresistibile, meritatamente passato in vantaggio e padrone del campo per tutti i primi trenta minuti di gioco. Poi come detto, con Montolivo in riportato in cabina di regia, qualcosa si acceso come per magia e a cavallo dei due tempi prima Gilardino e successivamente con lo stesso Montolivo è riuscita a ribaltare il risultato. Al 69' infatti con i Viola avanti e il Palermo travolto nel derby siciliano col Catania, tutto sembrava scivolare sul bianario giusto. Tanto che gli ultimi minuti di gara, con la leggerezza di Mutu a centrocampo con il consuguente gol-autogol della premiata ditta Caserta-Gamberini e il miracolo di San Boruc nel tempo di recupero su Bogdani, appaiono tanto gravi quanto inspiegabili per una squadra ormai esperta e navigata.
In sostanza una dormita di primavera e un'altra occasione persa, parole dello stesso Mihajlovic nel post gara, che condannano la Fiorentina ad una posizione di classifica sterile e che con Milan (senza Mutu squalificato) e Juve all'orizzonte sembra essere quasi condannata ad un'altra annata senza coppe. Ora le partite rimaste sono sette e le speranze di vedere l'anno prossimo l'Europa appaiono sempre più risicate.