HO VINTO IO, DUE VOLTE

27.08.2013 20:00 di  Iacopo Barlotti  Twitter:    vedi letture
HO VINTO IO, DUE VOLTE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Un calciomercato in cui è arrivato Mario Gomez e se ne sono andati Jovetic e Ljajic. Ma è un'estate, quella che si sta per concludere, che ha sottolineato la forza e la solidità della Fiorentina, della sua proprietà. I princìpi vengono prima dei soldi, la correttezza viene prima dei mal di pancia dei calciatori. Quando i Della Valle s'impuntano, insomma, non ce n'è per nessuno. Che si chiami JoveticRamadani o Marotta, che si chiami Ljajic o Galliani. Due casi spinosi, quelli dei due calciatori balcanici, che si sono risolti stravolgendo le logiche di mercato. Hanno vinto i Della Valle, due volte.

Hanno vinto quando Jovetic è andato al Manchester City. Certo, chi conosce i Dalle Valle ha capito subito che dopo l'intervista alla Gazzetta ("Grazie Firenze, ma ora vado alla Juve") il montenegrino non sarebbe mai andato da Conte. Trenta milioni la Juve non li aveva, a Firenze l'eco della vicenda Berbatov era sempre viva senza dimenticare i vari contrasti Della Valle-Elkann-Marchionne. Dunque l'inserimento del Manchester City è stato colto al balzo dalla società viola. Che i trenta milioni li ha presi tutti. E non ha rinforzato i bianconeri.

Adesso siamo all'epilogo della vicenda Ljajic. Al di là del convulso finale di scorsa stagione, ai viola non è andato giù il comportamento del Milan: contattare (e trovare l'accordo) col giocatore a un anno dalla scadenza di contratto. Stava andando tutto come nel caso Montolivo. Ma stavolta la proprietà ha alzato il muro. A quel punto i rossoneri, provando a rimediare, hanno presentato via fax l'offerta da 8 milioni al club viola. Un'offerta "irricevibile, tardiva e inopportuna" per i Della Valle. Che al Milan hanno chiuso ogni porta. E così è arrivata la Roma, che per 10-11 milioni (più bonus intorno ai 2) ha soddisfatto le richieste dei viola, che hanno ceduto un giocatore scontento, a scadenza 2014, per una cifra molto vicina al suo valore di mercato. Una cifra che, fino a sette mesi fa, sarebbe stata assolutamente faraonica.