FRA TRISTEZZA E SPERANZA
Altro giorno, altro giro, altra corsa. Definire le giornate in casa viola frenetiche o febbrili è puro esercizio stilistico. La Fiorentina sembra non conoscere più limite alle disavventure che le si stanno ponendo di fronte. Con un ambiente che sta implodendo su se stesso a fare da scenario a un finale per il momento soltanto preoccupante. Sabato, a Lecce, i viola sono in cerca di quel punto che basterebbe a chiudere il discorso salvezza, ma l'atmosfera è così pesante che sembra possa capitare di tutto.
Difficile, però, escludere a priori qualsiasi capitombolo. Dopo quanto accaduto mercoledì sera, purtroppo, non si può più escludere niente a Firenze e in Fiorentina. Una società nella quale dopo 5 mesi, tanto per intendersi, il maestro di calcio Delio Rossi ha perso la testa. Impossibile definire diversamente quanto successo con Ljajic. Inevitabile, al tempo stesso, interrogarsi anche su quale stato di stress e tensione abbia covato Rossi in questi mesi in viola.
Con un gruppo che non è mai stato tale, con una società che si è riavvicinata alla squadra quando i cocci erano già andati in frantumi dopo la Juventus, con una classifica che si è fatta via via più negativa, come le disponibilità di una rosa indebolita con disarmante disattenzione a gennaio. Rossi, dal round con Ljajic, esce con la carriera sporcata, e con un esonero sulle spalle (inevitabile e tempestivo, va detto, da parte di ADV). Ma anche con una città intera che ha perfettamente capito come possa essersi sentito il tecnico. Deriso da uno come tanti che, per questa maglia, non ha versato che poche gocce di sudore.
Questo non significa certo giustificare il fattaccio. Significa però, metaforicamente parlando, che bastava un Ljajic qualsiasi per far saltare i nervi persino a un mite come Delio Rossi. E che, probabilmente, dal momento del suo arrivo fino a oggi, lo stesso Rossi, di sberleffi "alla Ljajic" ne deve aver subiti parecchi. Come quello di ritrovarsi a fare il traghettatore di una squadra senza punte, in lotta per la salvezza attuale, senza un direttore sportivo esonerato dopo una sconfitta, e con un progetto tutto da riscrivere.
Oggi Rossi parlerà, dopo di lui lo farà Guerini. Giornata di parole che faranno il giro del web e non solo. Alla vigilia di una trasferta in casa salentina nella quale, tra infortuni ed esclusioni, immaginare una formazione titolare è praticamente un rebus. C'è solo una certezza, allora, in una giornata come questa. Che saranno ore in cui si alterneranno tristezza e speranza, rammarico e voglia di cambiare tutto. La tristezza per una caduta, quella di Delio, che fa male soltanto rivedere, e che trova le sue radici in tante dinamiche sbagliate della Fiorentina di oggi. La speranza per una salvezza, quella che Guerini deve provare a trovare su una panchina a distanza di sei anni dall'ultima volta, che viene prima di tutto. Anche di qualsiasi cambiamento, oggi come non mai, del tutto necessario.