FIRENZE, La caduta degli Dei
C'è un bel frastuono al Bar Marisa. Se passate dalle parti dello stadio ve ne potete facilmente accorgere. Piovono accuse che in confronto il temporale della nottata ha fatto due gocce. Regna il silenzio, invece, dalla parte opposta. Precisamente dietro la Maratona, zona Campini. La Fiorentina si è già ritrovata dopo la nottataccia con la Lazio. Un silenzio assordante, interrotto solo dal rumore degli scarpini sull'asfalto. Scarpini, per inciso, di coloro che ieri sera non hanno giocato. I titolari, probabilmente, sono rimasti dentro lo stadio.
Quei “titolari” che fino a qualche settimana fa erano il principale fiore all'occhiello del mercato viola. La conferma dei big, come vero punto di forza per la nuova stagione. A dispetto di eventuali richieste di chiarezza, poco gradite in società, o di ulteriore tempo per decidere di rinnovare il contratto. O, ancora, a dispetto di offerte munifiche e richieste multiple in arrivo da mezza Europa. Tutto vero. Ma, allora, i “big” oggi dove sono? Dov'è finito quel gruppo granitico che aveva scalato l'Europa? Siamo di fronte a un crollo degli Dei viola?
Perchè il Gilardino che prima del Mondiale chiedeva chiarezza sui programmi della società, in campo sembra vivere nell'incertezza continua. E il digiuno in attacco del “Gila” è lo specchio dei risultati della Fiorentina degli ultimi 6 mesi. Se poi Vargas non trova più la misura negli appoggi, se Montolivo si perde dietro a un ruolo che ha fortemente chiesto e voluto, se Marchionni dopo 20' di gioco è già piegato sulle ginocchia e se Zanetti per larghi tratti passeggia, finisce che la squadra in campo è molle. E non basta, allora, la voglia di un ventenne come Ljajic di far vedere tutte le proprie qualità. Unico, insieme a qualche spunto di Cerci, in questo avvio di stagione a dare qualche lampo d'entusiasmo. Perchè se i senatori non fanno girare la squadra è un problema. Grosso.
Mihajlovic, in sala stampa nel dopo gara, si è preso tutta la responsabilità del momento. Di certo anche lui avrà le sue responsabilità. Ma se la Fiorentina non ha ancora voltato pagina significa che qualcosa di più profondo di un cambio sulla panchina risiede all'interno della squadra. Lo spogliatoio non sembra poi così compatto. E basti, in tal senso, sottolineare quel che è accaduto al novantesimo di ieri. Così come sottolineato da “Stadio”, nemmeno il gesto di Montolivo di chiamare a raccolta il gruppo ha convinto tutta la squadra. Con alcuni ammutinati che hanno preso subito la via dello spogliatoio.
Difficile capire cosa stia accadendo nello spogliatoio. A Mihajlovic spetta l'arduo compito di capire, analizzare e provare a risolvere. Conscio che le recenti dichiarazioni sul quarto posto, o sui calcinculo, non hanno certo provocato cambi di tendenza. Cambi di tendenza che, forse, solo un cambio radicale della gestione, e perchè no anche del modulo di gioco vista la solitudine di Gilardino, potrebbe portare. Il tempo stringe, dietro l'angolo c'è “Marassi” e il Genoa. Serve giocare da squadra, non da Fiorentina degli ultimi tempi.