FIORENTINA, Una questione di atteggiamento
Doveva essere l'atteggiamento dei giocatori a fare la differenza a Bari. Perché in partite dove il tasso tecnico è indubbiamente differente, e quindi superiore per i viola, se parliamo della trasferta di Bari, il pericolo di scendere in campo con la vittoria già in tasca rischia poi di scombinare i giochi. Mihajlovic, alla vigilia, aveva preso ad esempio la partita Lecce-Juventus di settimana scorsa ("Erano scesi per vincere e invece hanno preso due pappine"). Sembrava, quindi, che il tecnico avesse preparato la partita con la giusta mentalità. Invece abbiamo visto ancora una volta una squadra seduta, senza gioco e priva di inventiva. E quasi immobile in attacco, gol di Gilardino a parte. Ma ancora una volta fanno discutere le scelte di Mihajlovic. Come quella di tenere fuori D'Agostino, ad esempio.
Ma anche quella relativa alla sostituzione di Behrami con Camporese. Giustificando davanti ai microfoni che l'ultimo cambio, ovvero l'inserimento di un quinto difensore a pochi minuti dalla fine, non era affatto sintomo di un atteggiamento volto a cercare di proteggere il risultato. Anche se contro l'ultima in classifica, che in questo 2011 in casa aveva ottenuto solo un punticino. Sempre alla vigilia del match, Mihajlovic aveva continuato sul discorso dell'atteggiamento: "Io gioco sempre per vincere, non per perdere. La mia squadra si prenderà sempre qualche rischio in più per cercare di segnare. Questa è la mia mentalità". Questione di...atteggiamento.