FIORENTINA, Tutte le colpe di Mihajlovic
Protetto. La società si chiude a riccio intorno a Sinisa Mihajlovic, tecnico col foglio rosa di casa Fiorentina, e lo difende a spada tratta. Niente caso, niente sibilline voci d'esonero. Il lavoro verrà valutato e giudicato sul lungo termine, niente decisioni affrettate e simili. Niente esonero, per dirla in soldoni. Anche se Firenze, almeno una piccola parte ad oggi, inizia a storcere più che una volta il naso, dinanzi a certi risultati di casa viola.
Da Prandelli a Mihajlovic, il salto è stato importante. E se parlar del passato è esercizio oggi prettamente masochistico, parlare del presente non è certo gioia e delizia. Delle colpe di Corvino, Della Valle e dei giocatori, si discute e via discorrendo da lungo tempo. Di Mihajlovic no, e vien da chiedersi perché. A distanza di 100 e più giorni, il gioco latita, il carattere non è pervenuto ed i risultati idem.
1) IL GIOCO - Elementare, basilare, scolastico, dilettantistico. Pochi schemi e mal eseguiti, da una Fiorentina lenta ed impacciata. I fulcri del gioco faticano a trovare l'appoggio o l'uomo in profondità, gli esterni sono sempre raddoppiati e mai supportati dai compagni, mentre in difesa gli automatismi sono ancora da ricordare, più che da registrare.
2) LA FORMA - La preparazione estiva, anziché regalar vigore e benzina, pare aver appesantito i viola. Che, in concerto col gioco espresso, sono lenti, fiacchi, impacciati ed imballati. Non riescono ad essere esplosivi subito nè diesel a lunga gittata.
3) LE SCELTE - Quella di ieri di schierare De Silvestri è l'esempio, comprensibile, di tutta l'inesperienza di un allenatore. Bruciare un cambio, contribuire a far storcere nasi nei confronti di un giocatore e regalare occasioni buone al Palermo, non è mossa strategicamente azzeccata. Nè quella di puntare sempre e comunque su esterni che attraversano un terribile periodo come Cerci e Marchionni.
4) LA GESTIONE - Prima pugno duro, poi carezze. Le due facce della medaglia, forse, hanno confuso anche il gruppo. Se, poi, di gruppo ad oggi si può davvero parlare. Giocatori scontenti, scarichi, demotivati, rigori discussi e via discorrendo. La Fiorentina non è più quella di un tempo e vien da chiedersi se, purtroppo, non servirà un'altra completa rivoluzione per poterla rilanciare drasticamente.