FIORENTINA, Niente drammi
Circa un'ora di ottimo calcio. Riparte da qui la disanima di Cesare Prandelli in vista dei prossimi, importanti, impegni che attendono la sua squadra. Ed ha perfettamente ragione, come spesso accade. Perchè se è vero che i viola escono con le gambe rotte dal San Paolo, è altrettanto vero che il paragone con la gara della scorsa stagione non può che far ben sperare. Il Napoli, del resto, anche quest'anno rappresenterà un brutto cliente per tutti, grandi incluse, e la padronanza con la quale i viola hanno tenuto in mano il pallino del gioco, per almeno tutto il primo tempo, è un segnale di grande speranza.
Perchè se è vero che qualcosa deve essere ancora registrato, soprattutto in difesa (esordio positivo di Da Costa a parte) e nella zona nevralgica del centrocampo dove Montolivo non è ancora parso del tutto recuperato, è altrettanto vero che fino al pareggio di Lavezzi, la Fiorentina aveva dato la sensazione di poter tranquillamente puntare al bottino pieno. Un'intesa fra Gilardino e Mutu destinata soltanto a crescere, una verve costante nel possesso di palla, e la giusta lucidità sotto porta. Non avesse centrato la traversa su punizione Adrian Mutu, forse, i viola avrebbero potuto chiudere la prima frazione di gioco con un vantaggio ancora superiore.
Peccato per quei due episodi che hanno condannato la Fiorentina alla prima sconfitta dell'anno. Peccato che sia in occasione del gol di Hamsik sia di quello dell'ex "velenoso" Maggio la retroguardia gigliata sia apparsa tutto sommato un po' troppo distratta. Errori certo da correggere ed evitare in futuro, ma la personalità è quella delle grandi squadre. La Fiorentina, a Napoli, ha imposto il proprio gioco fino a quando, probabilmente, hanno tenuto bene anche le gambe. Poi qualcosa si è inceppato ed è arrivata la sconfitta. Fattori che possono accadere di questi tempi. Intanto, però, di buono c'è che la testa, la mentalità vincente, questa Fiorentina sembra giù averla. Le gambe arriveranno.