FIORENTINA, Il problema del "traffico" al centro
C'è un problema tattico di fondo, rilevato in queste settimane da molti esperti del settore. La Fiorentina non ha un gioco corale. Si affida alle giocate dei singoli, agli spunti e alle fiammate di Mutu ed alla vena realizzativa di Gilardino. Poi, però, fatica ad arrivare in zona pericolosa con i centrocampisti, perché attacca sempre e solo per vie centrali.
Già, le celebri "vie centrali". Che se da una parte sono, come in tutte le piazze importanti, sede di boutique e piedi raffinati, dall'altra creano un problema che Firenze conosce sin troppo bene. Traffico. Pochi spazi, poco modo e tempo di creare ed inventare. Larghi, sui "viali", ci sono solo i due terzini che spingono ma non incidono in fase offensiva, forse perché anche poco convinti di avere copertura in quella difensiva.
E allora, se il credo tattico di Prandelli, ad inizio stagione, era quello di avere una Fiorentina omogenea e corale, perché non tornare a quelle idee ed a quella realtà, lasciando da parte sperimentazioni tattiche che hanno dato pochi risultati, se non raggiunti nei minuti finali?
Capitolo tattico. Quattro difensori, e fin qui ci siamo. Due interdittori di livello, Felipe Melo e Montolivo o Donadel. Tre uomini dietro l'unica punta: dopo Santana, l'unico in grado di agire sulla destra è Semioli, visto anche lo scarso momento di forma di Kuzmanovic. Trequartista, che di fatto in queste ultime partite è il suo ruolo, visto che parte molto accentrato e poco sull'out sinistro, Mutu. E sulla mancina, una volta ritrovato lo smalto, Jorgensen. Oppure, perché no, Vargas. Coperto da Pasqual potrebbe sfogare tutta la sua potenza sulla fascia e pennellare cross pericolosi per gli inserimenti dei centrocampisti o per Gilardino. Idee, spunti. Un credo che Prandelli aveva ad inizio anno e che poi, vuoi per infortuni o uomini che non hanno convinto a pieno, è andato a farsi benedire. 4-2-3-1. Forse è l'ora di tornare sui propri passi.