FIORENTINA, Il mal di trasferta
Zero punti nelle ultime due trasferte, su due campi non impossibili e contro due formazioni decisamente alla portata della Fiorentina. Soprattutto però, l'impressione che il tanto atteso salto di qualità non sia ancora arrivato. I viola continuano a faticare troppo lontano dal "Franchi" per pensare davvero di avvicinare le grandissime del campionato. Ma perchè la squadra di Prandelli stenta fuori dalle mura amiche? Cerchiamo di rispondere.
MENTALITA' VINCENTE: In queste ore si parla tanto di mancanza di personalità, di scarsa consapevolezza della propria forza. Il problema sembra essere invece proprio l'opposto. La Fiorentina non mostra mai particolari timori reverenziali nei confronti dell'avversario. A Lione si è presentata con il piglio, giusto, a testa alta, per fare la partita. Anche a Monaco, nonostante un inizio shock ed un risultato finale pesante, la prestazione è stata positiva, e la squadra ha dimostrato di voler giocare a viso aperto. La sensazione è piuttosto che i viola si sentano troppo bravi. A Cagliari se ne è avuta una limpida dimostrazione. Tanti "tocchettini", tanta attenzione alle belle giocate, ma scarsa cattiveria. Ecco cosa manca alla formazione di Prandelli. La Fiorentina non gioca con "fame", non aggredisce la partita. Tanto è vero, che una volta in difficoltà, come a Cagliari, non riesce a reagire, ad avere una reazione rabbiosa. A Lione i viola andarono in vantaggio, m subito il goal del 1-2, in modo peraltro discutibile, non buttarono la rabbia sul campo, non aggredirono i francesi. La Fiorentina manca di quella mentalità da provinciale di cui la Juventus, ad esempio, fa il suo punto di forza
CONCRETEZZA: Quello che dice Prandelli è vero. Rispetto allo scorso anno la sua squadra, in trasferta, crea molte più occasioni da rete. Spesso è proprio la Fiorentina che impone il proprio gioco, che tiene in mano il pallino, che si rende pericolosa. Rispetto a quello che costruisce, però, realizza poco, troppo poco. Questo, quando giochi fuori casa, non te lo puoi permettere, perchè le squadre avversarie ti rispondono, ribattono colpo su colpo, e spesso, come successo a Monaco o a Cagliari, ti castigano. In una partita come quella di domenica passare in vantaggio era fondamentale, ed invece la Fiorentina non ha trasformato in chiare occasioni da goal o in goal il volume di gioco. Anche questo, se vogliamo, è un problema di scarsa cattiveria, di poca voglia di vincere sempre e comunque.
MUTU: E' il giocatore di maggior personalità, ma anche quello che riesce a creare occasioni da goal, che cambia ritmo alle partite. Il suo atteggiamento, quando è in campo, spesso appare indisponente, ed in certi casi lo è, ma comunque trascina i compagni, li carica. Il numero dieci della Fiorentina affronta ogni gara con il piglio del campione, con la voglia di vincere. Il suo unico scopo sono, sempre e comunque, i tre punti. Non è un caso, come abbiamo già detto in altre analisi, se la miglior prestazione dei viola in trasferta coincide con il miglior Mutu della stagione, a Palermo. In casa, forse, si può fare a meno del rumeno, lontano da Firenze no.
MODULO TATTICO: La Fiorentina deve forse modificare qualcosa anche sotto il profilo tattico, perchè le formazioni avversarie ormai conoscono a fondo gli schemi viola. Spesso, guardando le partite giocate dagli uomini di Prandelli lontano dal proprio terreno di gioco, si ha l'impressione che gli avversari sappiano in anticipo gli sviluppi della manovra gigliata. Anche in questo caso vale il discorso fatto per la concretezza. Quando vengono al "Franchi", escluse le grandi, le squadre si chiudono, e rinunciano quasi ad offendere. In questo modo la Fiorentina, anche se fa fatica a trovare spazi, spesso risolve le gare grazie alla qualità dei singoli. I trasferta non è così, gli avversari ti contrattccano, e se riescono ad imbriglarti la manovra, poi in contropiede fanno male. Prandelli, quindi, oltre ad infondere ai suoi la giusta cattiveria, la giusta mentalità, dovrebbe anche cercare qualche alternativa tattica.