FIORENTINA, Dopo San Siro tempo di ridimensionamento
Alla faccia dell'occasione! L'escursione termica degli entusiasmi viola è roba da sentirsi male. Ripensi all'atmosfera che si respirava solo alla vigilia della gara di San Siro e ti ritrovi a fare i conti, al triplice fischio, con una prestazione di una pochezza disarmante. Tutta colpa delle defezioni, certo, ma anche di alternative che stasera hanno evidenziato qualcosa di più che semplici limiti. Le assenze di Montolivo, Cerci e Jovetic non potevano che raffreddare gli entusiasmi gigliati di poter approfittare di un'Inter in piena difficoltà, ma francamente i novanta minuti di Milano sono un vero e proprio incubo.
E al di là degli episodi difensivi che hanno favorito Pazzini e Nagatomo (con Boruc che ripete le incertezze di Palermo), è soprattutto l'assoluta mancanza di un'idea a continuare a preoccupare. Perchè, poi, in panchina può esserci anche Mourinho, ma se Lazzari decide di sbagliare passaggi in fila, se Munari resta quel giocatore inerme che abbiamo visto fino a oggi, e se Behrami come al solito da solo non può correre per altri 10 (Vargas incluso, che non è propriamente leggerissimo), finisce che al tiro non c'arrivi mai. Anche perchè là davanti, senza JoJo, Gilardino sembra sulla via della depressione, mentre su Ljajic c'è poco da dire. L'occasione di tornare a farsi notare (in campo) l'ha avuta, ma dire che l'ha sprecata è volergli bene. Praticamente, Adem, ieri era altrove.
Ecco che emergono, allora, i limiti di un gruppo assemblato evidentemente male. Con poche ambizioni, poca qualità e, forse, persino un pizzico di sopravvalutazione eccessiva che ha riguardato tutti. Dalla dirigenza in primis fino alla stampa stessa che aveva bollato come positiva la campagna acquisti estiva. Tirare in ballo Corvino, ora come ora, sta diventando lo sport più comune a Firenze, ed è probabilmente anche lecito di fronte agli ennesimi interrogativi su alternative che non sono all'altezza dei titolari. Ma non può bastare, e non sarebbe nemmeno completamente corretto.
Non può essere solo Corvino a dover intervenire. Oltre ovviamente a Rossi, che ci auguriamo (da stasera) cominci sul serio a prendere in considerazione più giovani possibile, è la società per prima a dover intervenire sul mercato. Senza pensare alla classifica e, possibilmente, ai disavanzi di budget. Sempre che quei traguardi sbandierati in estate siano ancora attuali. Perchè altrimenti, il ridimensionamento calato sui viola dagli spalti di San Siro, è destinato a diffondersi a macchia d'olio. E per tutto l'arco della stagione, ritrovandosi a guardare più la zona bassa della classifica che non quella dedicata a chi va in Europa.