FIORENTINA, COME CAMBIA LA DIFESA SENZA GAMBERINI
Forse settimane, se non addirittura mesi: tanto mancherà alla Fiorentina Alessandro Gamberini. Oggi dovremmo saperne di più, ed il condizionale è d'obbligo perché, senza mancare assolutamente di rispetto alla categoria, le prognosi dei medici lasciano spesso il tempo che trovano quando si parla di atleti professionisti. Ne è un recente esempio lo stop di Adrian Mutu: si diceva che il fatto che l'infortunio interessasse uno degli arti superiori avrebbe reso meno lungo del previsto il suo recupero, ma alla fine non è stato così. E per il 27enne bolognese la situazione è ancora più delicata visto che in un difensore centrale la spalla è una delle parti del corpo più sollecitate nella fase agonistica. Sta di fatto che in una fase delicatissima della stagione la squadra viola perde non solo uno dei difensori centrali più forti d'Italia ma forse l'uomo più importante del proprio reparto arretrato. La Fiorentina può contare quest'anno su una rosa molto ampia, ma Cesare Prandelli ha perso un pezzo di un mosaico che appare assai difficile ricomporre. Gamberini a parte, la Fiorentina può contare su quattro difensori centrali: Kroldrup, Dainelli, Mazuch e Da Costa. Il Danese è stato una delle più gradite sorprese della scorsa stagione, mentre il capitano, una volta scacciate le voci di mercato, è apparso assai più deciso e concentrato rispetto al passato.
Si tratta, presi singolarmente, di due giocatori esperti ed affidabili, ma quando hanno giocato in coppia sono apparsi a volte un po' impacciati, soprattutto nel confronto con attaccanti rapidi, come potrebbero essere, ad esempio, Lavezzi o Govou. Potrebbe essere arrivato il momento, ma solo per quanto riguarda il campionato, visto che non sono stati inseriti nella lista per la Champions League, di Da Costa e Mazuch. Ma, a parte le riserve che Cesare Prandelli pare avere sul primo e la scarsa esperienza del giovane ceko, si tratta comunque di giocatori dalle caratteristiche più simili a quelle di Dainelli e Kroldrup che non a quelle di Gamberini. Diventa a questo punto essenziale il rientro in squadra di due giocatori come Gianluca Comotto e Martin Jorgensen. L'ex granata, tra l'altro anche lui tra gli esclusi per la Champions, in passato ha agito anche da centrale, con risultati, a dire il vero, abbastanza deludenti, ma potrebbe permettere a Luciano Zauri di spostarsi al centro della linea difensiva, come ha già fatto più volte nel corso della sua carriera. Se Martin Jorgensen venisse schierato come centrale potrebbe raccontare ai suoi figli di aver giocato in tutti i ruoli del calcio moderno; scherzi a parte, l'esperto danese potrebbe risultare utilissimo soprattutto nella massima competizione europea: da esterno difensivo, infatti, Jorgensen ha fatto vedere cose egregie e potrebbe permettere lo spostamento dell'ex capitano della Lazio al centro del reparto arretrato anche in Champions. L'infortunio occorso a Gamberini ci riporta, almeno dal punto di vista emotivo, a quello patito da Frey tre anni fa. Allora la squadra fu, almeno in parte, aiutata dalla dea bendata, in quanto il portiere si fece male durante il periodo del mercato invernale, il che permise a Pantaleo Corvino di andare a pescare in Olanda l'ottimo Lobont; stavolta toccherà a Cesare Prandelli fare di necessità virtù; e chissà che "il mago di Orz" non tiri fuori dal cilindro una soluzione a sorpresa: del resto è stato lui a trasformare Tomas Ujfalusi in uno degli esterni destri più forti d'Europa e Riccardo Montolivo da classico numero 10 a centrocampista "alla Tardelli".