FIORENTINA, Adesso, per favore, basta....
Immaginare che sarebbero stati in grado di toccare il fondo in questo modo non era francamente possibile. Eppure, e lo diciamo subito, questo gruppo di giocatori (preferiamo chiamarli così piuttosto che calciatori) è riuscito anche in questa impresa. Di fronte a 36.000 persone che da una settimana caricavano l'ambiente come non accadeva da decenni (e che per una curva ad esempio hanno speso 25 euro) il gruppo viola si è sciolto. Infischiandosene pure della dignità e della faccia persa al quinto gol della Juventus. La cui tifoseria, per inciso, ricorderà a lungo la buia notte di ieri. Non quanto lo farà Firenze, ma di certo per un bel po' di tempo.
La premessa, d'obbligo, non va oltre le righe di cui sopra. Le quali, aggiunte alle pagelle di ieri, sembrano persino fin troppo per un gruppo di giocatori che tutto sembra fuorché una squadra. Chiarito il concetto della prima e più evidente colpevolezza, quella di chi va in campo, però, s'impongono ben altre riflessioni. Che non possono e non devono essere più quelle che hanno sempre accompagnato il lento declino di questa squadra e di questa società. Un declino cominciato con l'allontanamento di Prandelli e il corrispettivo disimpegno di Diego Della Valle. Un declino nascosto da dichiarazioni ottimistiche, tempeste d'idee, patti con la città, cartellini viola e permalosaggini sproporzionate di fronte alle critiche. Un declino tecnico alimentato dalle cessioni dettate dalla cassa, dagli acquisti figli di logiche al risparmio, e da ulteriori dinamiche che ci risulta impossibile spiegar. Tanto quanto le prestazioni in campo degli attuali Lazzari, Cerci, Olivera, Kharja e compagnia cantante. Un declino comunicativo e di rapporti che ha avuto come principale conseguenza uno stadio vuoto, poco più di 13000 abbonati, e una passione (quella di Firenze per la Fiorentina) sopita e seppellita a forza com'era impossibile immaginare.
Oggi la Fiorentina è semplicemente figlia delle proprie scelte. In campo come fuori. E dev'esser difficilissimo per Rossi pensare di poterne cavare le gambe. Lui stesso probabilmente, oggi accetterebbe l'incarico soltanto a inizio stagione (quando però c'era da confermare Mihajlovic a fronte di una piazza intera che chiedeva altro), perchè pare ormai evidente che anche per lui (come per il serbo) farsi ascoltare da questi giocatori è opera vana. Non sappiamo se abbia realmente preso in considerazione di dimettersi. Ma certo, anche lui, adesso, è in confusione. Come uscirne? Prima di tutto pensando a salvarsi. Perchè l'esempio della Sampdoria è lì a ricordare a tutti che gli incubi possono tramutarsi in realtà. Ma anche smettendola di prendersi in giro come, ormai, accade da due anni.
Con parole dalle quali traspare soprattutto incertezza e improvvisazione (le scuse di ADV sono apparse doverose, ma a seguire sarebbe stato meglio parlare di punizioni e ritiri per la squadra, piuttosto che delle solite promesse su come venirne fuori). Anche perchè, ormai, le parole sembra portarle via il vento. Che siano in uno spogliatoio dove, evidentemente, da ADV a Cognigni, passando per gli altri dirigenti e Rossi, nessuno ascolta nessuno,o in mezzo a una strada alle 1 di notte a chi prova, da ore, a fare semplicemente il mestiere di cronista. In tal senso, per inciso, fa quasi sorridere il silenzio stampa della Fiorentina. Chi, del resto, in casa viola, negli ultimi mesi, ha parlato...esternazioni via facebook escluse?
Forse, anzi sicuramente, siamo stati fin troppo lunghi nel commentare uno 0-5 dalla Juve che non dimenticheremo mai, e per il quale non smetteremo mai di ringraziare questa squadra, questi calciatori e questa società. Ma d'altro canto non è più tempo di sorvolare su nulla. La salvezza, adesso merita tutte le attenzioni del caso. Ma anche la città merita rispetto, e una delle curve più belle d'Italia non merita di dover passare dalla coreografia iniziale di ieri al deserto della mezz'ora della ripresa. Adesso, davvero, per favore basta. Si arrivi a fine stagione e si faccia piazza pulita. Poi si faccia chiarezza. E la faccia il primo proprietario del club. Che, per quel che ci risulta, risponde al nome di Diego Della Valle.