FILOSOFIE CONTRO
Tra le tante chiavi di lettura che si possono dare alla sfida di domani tra Genoa e Fiorentina, è molto interessante quella che vede la sfida come una contrapposizione di filosofie calcistiche, quelle di Paulo Sousa e di Ivan Juric. Di partenza, c'è una dedica particolare che l'allenatore genoano ha fatto nei confronti dell'allenatore portoghese. Juric ha ricordato a più riprese che, all'interno del suo sistema di gioco, ha mutuato un' invenzione tattica proprio dagli insegnamenti del portoghese in quel di Firenze. Il processo di ibridazione compiuto da Sousa nei confronti di Bernardeschi, arretrato da attaccante esterno a fluidificante a tutta fascia, ha completamente stregato il tecnico croato, che ha replicato l'esperimento già in quel di Crotone con Di Roberto lo scorso anno, e intenzionato a fare il bis quest'anno a Marassi, avendo individuato in Darko Lazovic l'uomo giusto per portarlo a termine.
Anche i due sistemi di gioco hanno caratteristiche concordanti. In primis, la scelta di difendere con tre centrali, che accomuna ambedue gli allenatori, sebbene da questo punto di vista Sousa abbia mostrato più elasticità rispetto al collega, portando il sistema ad una fluidità tale da essere in grado di passare repentinamente da difesa a tre a quella a quattro. Secondo di poi, la ferrea volontà dei due di far sfruttare alle proprie squadre le fasce del campo fino all'esaurimento. Sia il gioco della Fiorentina che quello del Genoa allargano a dismisura la manovra, in modo da attaccare sulla fascia ogni qualvolta sia possibile. Difesa più alta (ma niente a che vedere con Montella) per i viola, asserragliamento in zona bassa e via di transizione veloce per i rossoblù. Hanno tanti tratti in comune, il dogmatico Juric e l'elastico Sousa; l'hard rocker sempre con la sigaretta accesa e l'uomo che, assieme ai suoi undici giocatori, farebbe correre in campo anche le emozioni dei tifosi. Domani sarà solo il campo che saprà dirci se le filosofie dei due allenatori, al momento della collisione, faranno in modo di annullarsi del tutto e bloccarsi, o di far esplodere tante di quelle scintille che potremmo chiamarlo incendio.