ENDORSEMENT, MANI TESE E PERCORSI OBBLIGATI
Tutt’altri toni rispetto al passato, ma anche fermezza sulle proprie posizioni. L’ultimo intervento di Rocco Commisso è probabilmente il primo dai contenuti inappuntabili dal suo arrivo in Italia, e sembra comunque tendere più di una mano al Comune chiamato a proseguire sulla strada del restyling del Franchi. Stavolta Commisso ha idee chiare, riepiloga passo passo la vicenda stadio, ed è forse impossibile non comprendere la frustrazione di chi in 4 anni ha sentito fiumi di parole senza che ne seguissero fatti concreti. Tanto che Commisso potrebbe persino attaccare più frontalmente, ed è per questo che nell’apertura a un futuro da disegnare anche e soprattutto grazie al Viola Park che l’intervento del presidente trova ulteriore forza.
Se le risposte che la Fiorentina attende sui futuri costi di uno stadio rimodernato restano impossibili da formulare per chiunque, almeno durante l’opera di ricerca dei 55 milioni mancanti, è il numero uno viola in persona a sgombrare ulteriori dubbi: in assenza di ulteriori investimenti (“Il treno è passato” dice Commisso ribadendo che non metterà un euro, anzi un penny) l’unica strada da percorrere è pur sempre nella ristrutturazione del Franchi. Un endorsement non da poco, anche per il Comune, chiamato a una nuova sfida da oltre 55 milioni di euro che possa sbloccare anche il dialogo su come e quanto la Fiorentina possa, un giorno, sfruttare il suo nuovo stadio.
A proposito di endorsement non passa inosservata nemmeno l'importanza riconosciuta al lavoro di Italiano, tecnico che però proprietà e dirigenza avevano già ampiamente difeso al momento giusto. Di certo c'è che il feeling si è per forza di cose rinsaldato tra il presidente e l'allenatore, e che anche sul fronte sportivo Commisso non pare aver voglia di abdicare a sogni e ambizioni. L'obiettivo resta la crescita, seppure rapportata a bilanci e ricavi che non consentono spese folli, il continuare a viaggiare per l'Europa e soprattutto alimentare la prima squadra con i gioielli del vivaio. E' nella piena funzionalità del Viola Park che risiederà il nuovo motore viola, ed è giusto pensare che nei mercati che verranno (il primo nel quale, smentite a parte, si parlerà comunque di Amrabat) le prime alternative ai partenti possano essere i giovani da lanciare in prima squadra. Si capisce che il presidente avrebbe voglia di parlare ulteriormente di calcio, ma la ci piace anche la sua scaramanzia, tanto più a ridosso di sfide decisive.
Lungo l’intervento di Commisso si scopre che in passato pure lo stadio Ridolfi era stato considerato come potenziale location per un nuovo impianto, si fa il punto su un Viola Park che ospiterà la squadra per il ritiro avendo già un parcheggio temporaneo, ma la cui inaugurazione slitta ancora per via dell’altro parcheggio, quello definitivo, e dell’arrivo della tranvia, ma soprattutto si racconta che l’adiacente stadio Padovani del rugby possa essere la soluzione buona per uno stadio temporaneo.
Indizi di un dialogo destinato a riprendere con rinnovata serenità tra Fiorentina e Comune, dopo che il rinnovo della concessione per la prossima stagione pareva aver riportato il sereno. Certo, per Commisso il capitolo stadio resta una ferita aperta, un fallimento, ma la sua visione futura (finalmente esposta con chiarezza e precisione) ha un duplice valore: consente a Sindaco e Comune di proseguire un iter comunque già avviato tenendo ancora aperta la porta del confronto per la futura gestione (e quindi anche l’opzione di una concessione pluriennale che consenta a Commisso di iscrivere lo stadio a bilancio), e pone fine ad altre ipotesi, non ultima quella di Campi Bisenzio svelata nei suoi retroscena dal presidente viola.
Parole chiare, che adesso necessitano risposte e indicazioni altrettanto chiare. Anche da quel Governo cui si è rivolto il Sindaco Nardella qualche ora dopo la conferenza di Commisso (“si assuma la sua parte di responsabilità trovando una soluzione ai 55 milioni di euro che ci vorrebbero togliere, necessari a completare l’investimento” ha detto) e più in generale da chi dovrà reperire i fondi necessari per completare un percorso di ristrutturazione del Franchi che prevede - nonostante tutto - il via ai lavori entro la fine dell’anno.