È TEMPO DI MATI
Ha delle doti incredibili. Avrebbe potuto fare molto di più. Peccato! Allenatori. Compagni di squadra. Addetti ai lavori. Tutti hanno sempre espresso lo stesso giudizio su Matias Ariel Fernandez, meglio conosciuto come Mati Fernandez. Una delle promesse del calcio mondiale dei primi anni 2000. Capace di esordire a 17 anni nella prima squadra del Colo-Colo, dopo aver subito un tremendo infortunio alla colonna vertebrale che ne aveva messo a serio rischio la carriera. 29 reti al primo anno da titolare. In Cile sono sicuri: è nata una nuova stella. Mati-gol si conferma nella due stagioni successive e ad ottobre 2006, il Villarreal lo acquista per 8,7 mln di euro, inserendo nel contratto una clausola da 50 milioni. Da qui in poi, la carriera di Matias assomiglia ad un vecchio gira dischi incantato. Nel 2009, dopo 2 anni e mezzo deludenti in Spagna passa allo Sporting Lisbona, ma la magia che lo aveva portato ad essere idolatrato ed osannato in patria, sembra svanita. Il talento c’è. Si vede. Ma quando si tratta di fare il decisivo salto di qualità, Matias non riesce ad incidere.
Il resto, è storia recente. Nel 2012 Pradé e soprattutto Eduardo Macia, da sempre sulle sue tracce, lo prelevano dai portoghesi per poco più di 3 mln di euro. Del resto in una Fiorentina nata dalla macerie di una salvezza raggiunta in extremis, l’unica strada per tentare la risalita, sembra proprio quella di puntare su giocatori in cerca di riscatto. A Firenze infatti arrivano anche Borja Valero e Gonzalo Rodriguez, reduci dal disastrato Villarreal, e Luca Toni, dato ormai per finito. La Fiorentina incanta tutti, sfiorando la qualificazione alla Champions League, ma per Matias il canovaccio non cambia. Definito il "dodicesimo uomo" di Montella, mostra a sprazzi le sue immense qualità ma, come sempre, manca l’appuntamento decisivo.
Quest’anno, nonostante un infortunio e l’inspiegabile esclusione dalla lista Uefa, sembra aver trovato la dimensione giusta, dopo l'ultima stagione comunque in netta crescita. Montella lo ha schierato già diverse volte da titolare e domani sera contro l’Inter dovrebbe toccare proprio a lui agire alle spalle della coppia Babacar-Cuadrado nel 4-3-1-2 disegnato dal tecnico campano (LEGGI QUI).
Gli anni d’oro al Colo-Colo sono soltanto un lontano ricordo, ora è il momento di far tornare a brillare la stella che aveva incantato il Sud America. A 28 anni non c’è più molto tempo per sbagliare.