DODICESIMOUOMO... TOCCA A TE!
Se il buongiorno si vede dal mattino, domenica contro il Genoa avremo un “Franchi” stracolmo. Di gente, e di gioia. Le prove generali sono cominciate 20 giorni fa contro l'Inter, con Diego Della Valle a guidare la “ola”. Ed è finita 4-1. Sono proseguite contro il Chievo, quando nel secondo tempo 25.000 cuori viola hanno sollevato Toni e Larrondo spingendo di fatto il pallone in rete. Altri tre punti fondamentali per la Champions. Tra 48 ore tocca al Genoa sentire su di se l'onda del tifo viola, la forza d'urto del dodicesimouomo, quello che non tradisce, che non ti abbandona mai. In attesa del 7 aprile quando a Firenze arriverà il Milan, o meglio... tornerà Riccardo Montolivo. Ed allora si scomoderanno i fantasmi di Baggio e Berti, ricordando come l'allora “Comunale” di Firenze cancellò dal campo i due transfughi, costringendo addirittura Nicolino da Parma ad uscire in lacrime. Qualcuno si chiederà... Perchè parliamo di una cosa scontata, cioè di una curva Fiesole che canterà dall'inizio alla fine? Perchè, almeno ad inizio stagione, tutto questo così scontato non era. Due anni, gli ultimi, a dir poco cloroformici, lobotomizzanti: la tessera del tifoso, le restrizioni dell'Osservatorio, una disaffezione strisciante che aveva trasformato (in negativo) il Franchi. Lo aveva svilito, svuotato. E invece, dall'Inter in poi abbiamo ritrovato il vecchio... "Comunale", in un crescendo rossiniano come se, anche il dodicesimouomo, avesse trovato la famosa continuità. Più o meno come tutta la squadra. E allora, in una settimana dove si è parlato di tutto meno che di calcio, di tutto meno che di Fiorentina-Genoa, di tutto meno che dell'amletico dubbio: Aquilani o Migliaccio? Confidiamo che il dodicesimouomo abbia chiuso le orecchie e sia concentrato sulla partita. Jovetic? Faccia quello che vuole, che se ne vada alla Juve. Ramadani, chi era costui? Rizzoli? La Fiorentina attuale è più forte di tutto, anche dell'arbitro. Insomma, testa solo alla partita, senza altre distrazioni. E del resto l'undici di Montella ha dimostrato di fare corpo unico con i propri tifosi, di essere l'uno il prolungamento dell'altro. Il Genoa si cala nel “fortino” (o nella Fortezza, così per rendere omaggio a quella... “da basso”) dove tutti hanno tremato, dove tutti sono stati sovrastati (Juventus compresa). E come finirà dovrà esser chiaro fin da subito.
INVASIONE DI CAMPO – Certo un tempo era più facile: nessun biglietto nominativo, nessuna tessera del tifoso, niente tornelli, nessuna schedatura. Si prendeva e si andava allo stadio, senza pensarci due volte. Sopratutto senza doverci pensare tre giorni prima. E poi il vecchio “Comunale” poteva contenere 68.800 spettatori. Così recitava l'album Panini, così recitava la distinta del cassiere. E che dire dei tamburi, fumogeni, striscioni, la “sciarpata”... Fino a quando risuonava Moonflower di Santana, Carnicelli, ed il pallone... “offerto da Pieraccioni sport”. Addirittura, all'ultima giornata di campionato, si poteva invadere il campo: sia che la Fiorentina fosse in coppa Uefa, piuttosto che un normale centroclassifica (il più delle volte), sia che ci salvassimo all'ultima giornata. Come quel 7 maggio 1978 quando Fiorentina e Genoa si affrontarono per una sfida da dentro o fuori. Quel giorno faceva caldo, e allo stadio c'erano 65.000 persone. Ci salvò Roberto Pruzzo che calciò in curva un pallone facile facile davanti a Giovanni Galli, ci salvò un tale Alessandro Scanziani che con la maglia dell'Inter sotterrò il Foggia e riesumò la Fiorentina. E poi l'invasione di campo, festosa, liberatoria, quasi fossimo dei miracolati (e forse lo eravamo per davvero). Non è retorica, quell'anno maledetto il “Comunale” di Firenze fu veramente il dodicesimouomo, decisivo per restare in serie A. Oggi cambiano gli obiettivi, ma non la sostanza. Dimentichiamo il mercato, le “bizze” di giocatori e procuratori. La Fiorentina di Montella affronta 10 partite delle quali 5 nel “fortino”: Genoa, Milan, Torino, Roma e Palermo... Dodicesimouomo, tocca a te!