DI NUOVO A ROMA, 9 ANNI DOPO: CHE FINE HANNO FATTO I PROTAGONISTI DI QUELLA FINALE?
Adesso è tutto vero: a nove anni dall’ultima volta, la Fiorentina tornerà a giocare una finale. Lo farà sempre a Roma, ancora una volta per la Coppa Italia, ma le similitudini rispetto a quella finale del 2014 finiscono qui perché in nove anni, più di 3300 giorni, è cambiato tutto in casa Viola: dai giocatori ovviamente, visto che non c’è nessun reduce della sfortunata serata di maggio 2014 col Napoli nella rosa attuale, alla proprietà, persino lo stemma è cambiato in questi nove anni che per il mondo viola sono sembrati un’era geologica. Un superstite tra i viola a dire il vero c'è ed è Antonio Rosati, anche se l'attuale preparatore dei portieri quella gara la vide dalla panchina dell'Omlimpico. La discontinuità tra questa Fiorentina e quella del 2014 è rappresentata bene anche dalla formazione messa in campo da Montella quella sera, i cui interpreti adesso sono per lo più ex calciatori. Ecco quindi, a nove anni di distanza, che fine hanno fatto i protagonisti di quella Fiorentina?
Cominciamo proprio dal mister, Vincenzo Montella, ancora in attività ma, dopo un altro paio di ottimi anni a Firenze ed un’esperienza fallimentare al Milan, con tanto di successivo ritorno (altrettanto fallimentare alla Fiorentina) adesso alla guida dell’Adana Demispor, in Turchia, nella periferia del calcio che conta. Il portiere di quella squadra era Neto, che l’anno successivo, nel 2015, passò alla Juventus senza essere troppo rimpianto. Dopo alcune avventure da comprimario in Spagna, tra Valencia e Barcellona, l’estremo difensore brasiliano è adesso al Bornemounth, in Inghilterra, impegnato nella lotta per non retrocedere. Ancora in attività pure Nenad Tomovic, quella sera impegnato in un ostico duello con Lorenzo Insigne, adesso all’Aek Larnaca (Cipro). Un altro protagonista di quella difesa, Gonzalo Rodriguez, ha invece appeso gli scarpini al chiodo da un paio di anni dopo il ritorno al San Lorenzo, ma è rimasto legato indissolubilmente alla maglia viola, tanto da essere tornato qualche settimana fa da “Ultras”, in Curva Fiesole, in occasione della gara con l’Atalanta. Degli undici titolari, Stefan Savic è forse quello che ha avuto una carriera più brillante da quella notte: il centrale è ormai da anni colonna dell’Atletico Madrid di Simeone, con cui ha partecipato a tante super-sfide di Champions ed ha vinto una Liga nel 2021. Il capitano invece, Manuel Pasqual, ha lasciato Firenze nel 2016 dopo 11 anni in viola e dopo una parentesi all’Empoli si è ritirato nel 2019, diventando successivamente apprezzato commentatore televisivo.
A centrocampo troviamo due tecnici in rampa di lancio: uno, Alberto Aquilani è l’attuale allenatore della Fiorentina Primavera, con cui ha vinto 4 titoli; l’altro, David Pizarro, ha conseguito nel settembre 2021 il patentino Uefa da allenatore ed è a caccia della prima panchina. Il marcatore dell’unica rete viola in quell’1-3 contro il Napoli, Juan Manuel Vargas, si è ritirato da ormai quattro anni ed è tornato in Perù; scarpini al chiodo anche per Borja Valero, che dopo quella partita continuerà ad incantare Firenze ancora per altre tre stagioni prima del passaggio all’Inter; poi un ritorno da comprimario in viola nel 2020 e l’avventura sui generis nel calcio minore fiorentino, al CS Lebowski, prima di smettere definitivamente e dedicarsi al ruolo di commentatore televisivo per DAZN. Davanti la Fiorentina poteva schierare due assoluti geni come Joaquin e Josip Ilicic: lo spagnolo lascerà i viola nel 2015 per terminare una carriera di una longevità impressionante nel suo Real Betis, condotto ad una storica Copa del Re l’anno scorso, mentre è di qualche giorno fa l’annuncio del suo ritiro dal calcio a fine stagione; lo sloveno, protagonista in negativo di quel match con un’enorme occasione fallita sul punteggio di 1-2, alla Fiorentina alternerà ancora colpi da fuoriclasse a giornate no fino al 2017; poi l’Atalanta, con cui si affermerà come uno dei migliori giocatori della Seire A per un triennio, per poi andare a concludere la carriera al suo club, il Maribor.
In quel match furono protagonisti da subentrati anche Mati Fernandez, Alessandro Matri e Giuseppe Rossi: il cileno si è ritirato lo scorso febbraio, l’attaccante è già da anni opinionista televisivo mentre per Pepito il proseguo di carriera ha regalato ancora tanti infortuni, con soli 56 minuti giocati in questa stagione alla Spal, nell’ennesima occasione di rilancio per un talento falcidiato dai problemi fisici. Nomi, alcuni, che rievocano ricordi agrodolci per il popolo viola: parabole di carriere lunghe quasi un decennio, che fanno capire al meglio quanto sia passato da quel 3 maggio 2014.