DATE A CESARE...

19.06.2012 00:21 di  Stefano Borgi   vedi letture
DATE A CESARE...
FirenzeViola.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Non fosse altro che per quei minuti finali, Cesare Prandelli la nostra copertina se la merita tutta. Lo abbiamo visto incredulo, quasi in apnea mentre contava i secondi di Spagna-Croazia. Lo abbiamo scorto provato davanti ai microfoni, stanco, incerto se glissare sulle polemiche della vigilia, oppure cercare la rivincita, rivendicare le proprie scelte. Lo abbiamo visto infine soddisfatto per aver rischiato, per aver visto i suoi "bad boys" andare in gol, e alla fine aver avuto ragione. Anche con un po' di buona sorte (che non guasta mai). E propio da lì vogliamo partire, con una premessa: noi siamo felici per Cesare, siamo felici perchè italiani, siamo felici perchè Cesare è il CT dell'Italia. Per questo invitiamo tutti (fiorentini intransigenti, amanti del granducato e contro l'Italia) a dare a Cesare quel che è di Cesare. Grazie a lui, almeno con il cuore, in questo europeo c'è anche un po' di Fiorentina.

SCELTE CORAGGIOSE - Partiamo dal modulo. Come diceva quello? "Solo gli idioti non cambiano idea". Ebbene Prandelli, non solo l'ha cambiata ieri sera, ma l'aveva cambiata anche prima della Spagna, rinnegando la difesa a quattro (per lui un vero e proprio "must") per varare un'innovativa linea a tre. Complice l'infortunio di Barzagli, la condizione precaria di Montolivo, il trauma dello 0-3 subìto pochi giorni prima dalla Russia. Risultato? Benino, ma non benissimo. Sopratutto il centrocampo a cinque lasciava a desiderare: ordinato in copertura, inesistente in fase offensiva. Serviva dell'altro, serviva più cattiveria, serviva dare un segnale agli indolenti (vedi Balotelli) che nel calcio c'è una regola che vale più di tutte: buttarla dentro. E allora dentro Di Natale e fuori super Mario, fuori gli esterni Giaccherini e Maggio, dentro Balzaretti (risultato uno dei migliori) e Abate. Fuori anche Bonucci... meglio, molto meglio il rientrante Barzagli. Sopratutto in una difesa a quattro. Una specie di rivoluzione, alla quale è sfuggito Thiago Motta forse per un eccesso di prudenza. Nella ripresa, però, ancora due cambi vincenti: fuori Cassano dentro Diamanti, fuori Di Natale dentro Balotelli che, bontà sua, è stato finalmente decisivo. Piccola chiosa: siamo stanchi, infastiditi, irritati dal comportamento del ragazzino di colore. Peccato che lo abbiano zittito, saremmo stati curiosi di ascoltare la profondità delle sue parole. Insomma, avevamo visto Cesare in confusione, in difficoltà, avevamo scritto della sua eccessiva bontà nei confronti di Cassano e Balotelli (ricordate? "Il buono, il brutto, il cattivo"), ci era sembrata fuori luogo la sua irritabilità nel trattare il rischio "biscotto", una sorta di "Alice nel paese delle meraviglie". Lo ritroviamo invece lucido, presente a se stesso, padrone della situazione e dello spogliatoio. Per questo... "Diamo a Cesare quel che è di Cesare".

C'E' DA FARE - Detto questo, il bello viene adesso. Innanzitutto l'infortunio di Chiellini che (presumibilmente) riproporrà il dubbio se restare a quattro, oppure tornare a tre. La lentezza della manovra apparsa evidente, quasi congenita, complice anche la giornata poco felice di Pirlo. Il ruolo del trequartista, che ha visto in Thiago Motta un protagonista inadeguato (eufemismo) per passo e rapidità. La pancia direbbe dentro Diamanti piuttosto che Giovinco, la ragione dice Montolivo (ma non sta bene), oppure Nocerino. E ricordiamo che nei quarti ci toccherà la Francia, in alternativa l'Inghilterra, piu difficilmente l'Ucraina... in ogni caso una partita da dentro o fuori. E poi: che fare con Balotelli? L'antipatico colored non ha la personalità per reggere i 90', per sostenere in toto il peso dell'attacco azzurro. Lui è una fantastica ciliegina su un dolce ben farcito, non può essere l'ingrediente principale, non lo è mai stato. Nè con l'Inter, nè col Manchester City. Col senno di poi era meglio portare una prima punta, chessò... Matri, Destro, Pazzini. In questo Cesare dovrebbe fare "mea culpa". Comunque, storicamente l'Italia ingrana nelle seconde fasi, il "biscotto" è stato evitato (merito alla Spagna), e noi fiorentini abbiamo ancora un motivo per seguire e tifare Italia. Forza Cesare!