DALL'1 AL 10: QUANDO I NUMERI NON SONO SOLO UN OPTIONAL
Dal Tanque Silva, da Ruben Olivera, ad Alberto Aquilani. I numeri contano, tanto quanto le parole. Sono un marchio, nel calcio. Il 10 è la fantasia, è l'estro. E' la qualità, stavolta, a farla da padrona, perché il sogno di Alberto Aquilani è stato esaudito. E' lui, sulle spalle e nei piedi, l'erede dei grandi di Firenze. Città che, con quel numero, ha dipinto pagine storiche nel mondo del calcio, da Antognoni in poi. Non è finita qui. Emiliano Viviano ha deciso di prendersi la 1, lui che in campo sarà pure il dodici, tanta la voglia di metter sul rettangolo il cuore e lo spirito di Firenze. Mounir El Hamdaoui, poi. Anche il 9, nella città del Giglio, non è un numero qualunque. E' stato di Batistuta, non dell'ultimo arrivato, ma di un Re Leone che si meritò una statua sotto la Curva Fiesole. Un bel fardello, proprio sulle spalle, anche per il talentuoso marocchino.
Stevan Jovetic conferma il suo 8, tra i nuovi Matias Fernandez dipingerà calcio con quel 14 che, nelle menti di tutti, è il numero del grande Cruijff. Numeri e ruoli. Juan Cuadrado viaggia sull'esterno come le ali d'un tempo, per questo si prende l'antico 11. Dall'altra parte lo potrebbe fare ancora per poco Alessio Cerci, con il 7, altro numero pesante, forse di nuovo disponibile per la punta che verrà alla stregua del 6 di Juan Manuel Vargas. Borja Valero si è preso il 20, Francesco Della Rocca il 18, David Pizarro il suo 26. Scelte di cuore, così come quella di Gonzalo Rodriguez, che ha desiderato, chiesto e preso il 2. Il 3 va a Ahmed Hegazy, segno che l'egiziano non sarà solo rincalzo baby ma giovane tra i grandi. Facundo Roncaglia il 4, numero da gladiatori tosti, da mastini con la 'garra' nel sangue. Poi gli altri. Ruben Olivera ripiega sul 5. Questo, il cambiamento più grande ed importante, ma che racconta di come ora Firenze voglia far le cose sul serio. Anche sulle spalle. Perché i numeri contano, quanto le parole.