DA MANCINI A SOUCEK FINO A PASALIC: DA BERGAMO NUOVO SGARBO ALLA FIORENTINA
Tutto nasce dallo “sgarbo” legato a Mancini. Un giocatore di proprietà della Fiorentina, passato al Perugia prima in prestito e poi a titolo definitivo e successivamente rivenduto dopo appena un anno all’Atalanta. Fin qui, sembrerebbe, nulla di strano. Se non fosse che in realtà la cifra stipulata tra le due società (gli umbri e i nerazzurri) non sia stata poi effettivamente quella messa nero su bianco nel contratto del giovane difensore. Il motivo? Il preciso intento di danneggiare il club viola, al quale spettava il 50% della futura rivendita del giocatore: una percentuale che è stata quindi falsata in virtù di una cifra fittizia che ha fatto il gioco di Perugia e Atalanta, a loro volta deferite dalla procura federale. Storie di calcio tra le aule di tribunale, che però anche stavolta rischia di trascinarsi per le lunghe, visto che l’affare tra Fiorentina e Chelsea su Pasalic sta facendo registrare una sinistra manovra di disturbo ancora da parte del club di Percassi.
Che tra la società viola e l’Atalanta non corra buon sangue, del resto, è un tema arcinoto. Visto che tra i motivi che hanno portato al mancato riscatto di Sportiello (scelta che ha mandato su tutte le furie gli orobici) c’è proprio il rigido “no” imposto dalla famiglia Della Valle al dg Corvino dopo lo sgarbo Mancini, che ancora non è stato digerito dalle parti di Casette d’Ete. Motivo per il quale i nerazzurri, dopo aver cercato di disturbare la Fiorentina nell’affare Soucek-Slavia Praga (ma i gigliati restano in vantaggio anche sul ceco, anche se il colpo non è stato ancora affondato), adesso stanno interferendo nuovamente nella trattativa per Pasalic, per il quale l’accordo economico con società d’appartenenza, giocatore e entourage è stato da tempo raggiunto ma non è stato ancora formalizzato a causa delle lungaggini che stanno ritardando l'approdo di Maurizio Sarri sulla panchina dei blues.
L’affare per il croato ex Milan, in ogni caso, non sembra a rischio. Visto che nell’operazione c’è in ballo l’ottimo rapporto che la Fiorentina ha col Chelsea (fin dai tempi della cessione di Marcos Alonso), con il procuratore Naletilic (lo stesso di Pjaca, tanto per intendersi) e con il solito Fali Ramadani, che apparentemente nulla ha a che fare in questa vicenda ma che spesso è si è rivelato abile intermediario tanto per i viola quanto per la società di Abramovic. I tempi, quelli sì, rischiano però a questo punto di allungarsi.