CRONISTORIA DI UNA FRATTURA
Il momento è uno dei più difficili della Fiorentina targata Della Valle. Dopo quasi sedici anni di gestione dei proprietari marchigiani, si ha l'impressione che la frattura tra i DV e una fetta della tifoseria - che man mano sta diventando sempre più ampia, come dimostrato anche dalla contestazione di ieri - stia divenendo insanabile. Ma come si è arrivati fino a questo punto? FirenzeViola.it prova a ricostruire le tappe di questa discesa viola, dagli entusiasmi dell'inizio alla disillusione dei giorni nostri.
L'inizio se non fu tutto rose e fiori, poco ci manca. L'immediata risalita in due stagioni (con tanto di "spinta istituzionale") dalla C2 alla A e il ritorno nei palcoscenici che contano sotto la guida di quello che è stato l'allenatore più amato dell'epoca DV, Cesare Prandelli. Sì perché con il tecnico di Orzinuovi la Fiorentina si affacciò nuovamente in quella vetrina unica che è la Champions League. Proprio a causa di Prandelli, e del suo complicato allontanamento, però arrivò la prima incrinatura tra piazza e proprietà. Come dimenticare le ipotetiche cene dell'allora allenatore viola con la tanto odiata Juve? E le uscite pubbliche di DDV sul tema? Spezzando così seccamente il rapporto con l'allenatore più amato della piazza, qualcosa è mutato.
Anche perché circa sei mesi prima (24 settembre) erano arrivate le dimissioni di Andrea da presidente della Fiorentina, a causa dei problemi relativi alla costruzione della cittadella, e il seguente insediamento di Cognigni al timone. E pochi giorni dopo il celebre "Prandelli dica che non va alla Juve", arrivò la conferma del tecnico con però tanto di comunicato ufficiale allegato, nel quale DDV annunciava di non essere più il patron della società. Un distacco certificato, dunque. E dire che nel frattempo si era passati anche dallo scandalo Calciopoli, anche se nell'occasione probabilmente si manifestarono le più grandi volontà di attaccamento e supporto totale da parte della tifoseria, sentitasi privata di un sogno, nei confronti dei proprietari.
L'ultimo, ma non ultimo, atto che certifica l'allontamento e la freddezza totale nel rapporto ambientale è l'ormai celebre comunicato del 26 giugno 2017. Nel quale "la Proprietà della ACF Fiorentina comunica di essere assolutamente disponibile, vista l'insoddisfazione di parte della tifoseria, a farsi da parte e mettere la Società a disposizione di chi voglia acquistarla per poterla poi gestire come ritiene più giusto fare". Parole che suonano come un avvertimento, un segnale. Così come quello dato dall'ennesimo mercato che ha visto un saldo extra-positivo in attivo e un rinnovamento tecnico per ora rimasto solo sulla carta.