CONFERENCE LEAGUE, LE RAGIONI PER CUI SPERARE NEL RIPESCAGGIO
L’obiettivo della Fiorentina, è ormai assodato, resta quello di migliorarsi annualmente, dunque il traguardo prefissato in vista della prossima stagione non può che chiamarsi Europa League. L’accesso al secondo torneo internazionale per importanza è garantito dal piazzamento al quinto o al sesto posto in campionato, oppure dalla Conference League, la cui vittoria è stata sfiorata non più di cinque giorni fa dalla compagine di Vincenzo Italiano e dalla quale potrebbe essere estromessa la Juventus a stretto giro di posta, nel caso in cui arrivassero novità a proposito della sentenza UEFA.
La domanda sorge spontanea: meglio provare a qualificarsi alla suddetta Europa League puntando aIle prime sei posizioni in Serie A, o mettendo nel mirino la prossima finale di Conference (sperando in un ripescaggio in sede internazionale)? Da una parte concentrare le forze unicamente sul campionato può risultare la soluzione più agevole, dall'altra ci sono tanti buoni motivi per augurarsi di far nuovamente parte del torneo inaugurato due anni or sono. Una delle quali fa capo al tornaconto economico non trascurabile: sono circa 18 i milioni garantiti dalla partecipazione all'ultima edizione.
C’è poi il discorso relativo al ranking UEFA, che riferito alla stagione appena terminata vede la Fiorentina al 12° posto, meglio addirittura di club come il Paris Saint-Germain. Senza dimenticare l’appeal, la visibilità che ogni competizione europea assicura alle squadre aderenti, aspetto non secondario in ottica di mercato. Ultima ma non ultima, la rivincita che di riflesso i viola si accaparrerebbero da una penalizzazione a carico della Juventus sul piano “morale”, per la gestione certosina dei bilanci che la proprietà di Rocco Commisso ha sempre avanzato a differenza dei bianconeri.