COL PILOTA AUTOMATICO
A volerla vedere con un occhio ipercritico, sembrerebbe quasi che la Fiorentina, in queste ultime giornate di campionato, stia viaggiando con il pilota automatico: squadra in campo prima a disfare e poi a ricostruire e tecnico barricato in panchina prima per colpa della febbre (contro l’Inter) poi, sabato scorso, chissà per quale altro malessere fisico (dissenteria? torcicollo? funghi ai piedi?). Un mix che sia contro nerazzurri che al cospetto dei biancocelesti era apparso inizialmente letale nella prima ora di gara, con i viola costretti in entrambe le partite a rincorrere il vantaggio avversario ma che poi, a conti fatti, si è rivelato quasi in modo aspettato il metodo forse più corretto per ribaltare il risultato ed incamerare sei punti che danno ancora qualche speranza europea.
A Napoli però la sensazione è che servirà ben altro per avere la meglio di una squadra, gli azzurri di Sarri, capace di rifilare anche ieri una storica cinquina al Torino e di salire a quota 107 gol stagionali (86 in campionato, il resto nelle Coppe). Servirà insomma, oltre che ad una buona dose di fortuna e ad uno sforzo sovrumano di una difesa che sarà priva del suo miglior centrale (Astori), anche tutta l’abilità di Paulo Sousa, che proprio contro il Napoli ha sempre dato prova di saper preparare in modo certosino ogni singola partita, fallendo solo nel match d’andata della passata stagione per colpa di un orrore difensivo (da allora con gli azzurri sono arrivati un ko con recriminazioni in Tim Cup e due pari in campionato, l’ultimo dei quali al 94’ tra mille rimpianti). All’ombra del Vesuvio, il pilota automatico, forse, andrebbe rimesso in ghiaccio.