CITTÀ D'ARTE SALUTA CHI PARTE
Il campionato è appena finito, ma è già il momento dei primi addii. Ai quattro giocatori in scadenza di contratto che lasceranno sicuramente Firenze, ovvero Avramov, Comotto, Donadel e Santana, si è aggiunto nel pomeriggio Montolivo, che ha annunciato l'intenzione, già nell'aria per la verità, di non rinnovare il contratto in scadenza nel prossimo anno. Si tratta di addii a volte indolori, a volte sofferti, che sono il segno della fine di un ciclo. Vediamo, caso per caso, che cosa perde la Fiorentina dal punto di vista tecnico e umano con le partenze di questi cinque giocatori e come si sono lasciati con Firenze: la città d'arte saluta chi parte.
Avramov: Il portiere serbo dopo quattro stagioni da riserva di Frey prima e di Boruc quest'anno, lascerà Firenze senza lasciare particolari rimpianti. Le prestazioni infelici di dicembre, un ingaggio di lusso per una riserva e un posto da extracomunitario da liberare rendono necessaria la partenza di un professionista serio e di un ragazzo comunque legato alla squadra e alla città.
Comotto: L'ultimo infelice episodio di ieri a Brescia, per il quale il giocatore si è giustamente scusato, lascia una piccola macchia su tre anni comunque positivi di un elemento che non ha mai fatto mancare il suo impegno. Ha dichiarato che a fine carriera tornerà a vivere a Firenze. In bocca al lupo.
Donadel: Dopo quasi sette stagioni in riva all'Arno il mediano di Conegliano ha già salutato i tifosi al termine della piovosa giornata di Fiorentina-Bologna. Tanto di cappello ad un combattente che ha onorato sempre e comunque la maglia che indossava e che forse avrebbe meritato la riconferma.
Montolivo: Il capitano se va puntando il dito sull'ambiente. Un giocatore da sempre allergico ai fischi non ci soprende che si lamenti di un clima che lui stesso ha contribuito a creare con prestazioni bel al di sotto del suo potenziale. Ci chiediamo perchè la questione sia venuta fuori soltanto adesso, e se invece, in veste di capitano, non sarebbe stato meglio parlarne prima per il bene della squadra. Poi invece la mente torna al mancato saluto ai tifosi nell'ultima gara interna, e troviamo subito la risposta.
Santana: Il jolly argentino quest'anno è stato uno dei migliori, ma i tanti infortuni del passato hanno convinto la società a non puntare ancora su di lui. L'impegno non è mai mancato, e la classe nemmeno. I tifosi, che a volte lo hanno contestato hanno capito, e i fischi sono diventati applausi. Meritati.