CHE NE SARÀ DI LORO
L'interrogativo nasce spontaneo, perché la partita recita chiaro. Alberto Gilardino, Alessio Cerci e Santiago Silva, sono attaccanti adatti alla manovra di Delio Rossi? O la Fiorentina ha bisogno di un reparto avanzato totalmente nuovo? Uno, Gilardino, è completamente avulso dalla manovra. Solo, perso, disperso, negli spostamenti tattici che lo costringono a fare i dettami del suo nuovo allenatore. Incontro al pallone, anche faccia rivolta al portiere avversario: materia per lui sconosciuta, perché nelle vene di Gila scorre il sangue del rapace, dell'uomo d'area. Così, come col Milan, le sue qualità vengono depauperate dal miglior pregio, dalla miglior virtù. Quella di esser nel posto giusto nel momento giusto, quando il difensore non se l'aspetta. E Cerci? Con l'uomo incollato perde pure lui la sua caratteristica migliore. Quella di puntarlo, di saltarlo, di dribblarlo.
Di mettere in moto i cavalli, di far rombare il motore e di ubriacare l'avversario di turno. Mica facile, in ogni caso, con Thiago Silva, ma sabato è stato l'ombra di quel che dovrebbe essere non solo il Cerci vero ma anche una seconda punta sufficiente. Santiago Silva è caso a sè stante: perché nel tandem d'attacco può pure giocare. Corre, sgroppa, galoppa, suda e fatica. Però per puntare all'Europa, e qui il discorso non verte sulla tattica quanto sulla qualità, serve altro. Resterà da capire quel che sarà di Stevan Jovetic, ma la sensazione è che con Delio Rossi il montenegrino possa fare, nel duo avanzato, un ulteriore salto di qualità. Gli interrogativi, però, sono forti: Gilardino, Cerci, Silva, sono adatti alle intenzioni tattiche di Rossi? Oppure a gennaio servirà un cambio drastico nel mercato, a partire proprio dall'attacco?