"CATTIVI PENSIERI" Due spine nel fianco di Corvino
Pantaleo Corvino cita spesso la parola "miracolo" quando parla della sua creatura, la Fiorentina. E' una difesa strenua quella del ds viola, accorata, come farebbe una madre che difende i suoi piccoli. E allora ci viene in mente l'immagine del Corvino devoto a Santa Rita, dai modi burberi ma in fondo buono come il pane, adornato della corona di spine che simboleggia il dolore e la sofferenza. Due di queste spine, conficcate nel costato, si chiamano Adrian Mutu e Felipe Melo. Ci scuserà la blasfemia il buon Pantaleo, e il costante riferimento ai miracoli forse ci ha deviato, però abbiamo la sensazione che le ultime vicende circa i due fuoriclasse viola abbiano messo in croce il dirigente gigliato.
Partiamo da Felipe Melo. Corvino lo seguiva da tempo, chiedeva continuamente informazioni, le referenze erano buone anche se il ragazzo appariva un pò irrequieto. Felipe ha cambiato 7 squadre nelle ultime nove stagioni, ovunque ha lasciato un buon ricordo, tifosi e società gli hanno voluto bene dappertutto, però... Corvino lo propone a Prandelli che mostra di conoscerlo e di apprezzarlo. Non succede frequentemente che i due convergano le loro preferenze su uno stesso obiettivo, ragion di più per acquistarlo immediatamente. Costo dell'operazione: 7 mln. di euro all'Almeria. L'inizio è difficoltoso, pronti via un grande preliminare di Champions contro lo Slavia Praga ma anche l'espulsione alla "prima" di campionato contro la Juventus. Si prosegue fra buone prestazioni, qualche cartellino giallo di troppo, ma tanta forza, tanta qualità ed anche due gol. Fino al febbraio scorso. Si gioca l'amichevole Italia-Brasile all'Emirates Stadium di Londra e l'ex-viola Carlos Dunga, selezionatore della nazionale "pentacampeao", lo convoca realizzando così il sogno di ogni bambino brasiliano, vestire la maglia verdeoro. In sala stampa, all'indomani della convocazione ufficiale, Felipe si spende in un urlo terrificante a chi gli chiede qual'è stata la sua prima reazione avuta la notizia ed in quell'urlo c'era tutta la gioa di un ragazzo che dal niente ha raggiunto l'orgasmo della sua carriera. Abbiamo usato il termine orgasmo non a caso, perchè dopo quella partita il brasiliano della Fiorentina è sembrato svuotato, demotivato, appagato. Le prestazioni in campo non sono state più le stesse, l'atteggiamento verso i compagni era intriso di supponenza, senso di superiorità, sono riaffiorati i vecchi difetti, insomma...Felipe Melo si era montato la testa. Tutto questo fino alla scazzottata dell'11 aprile con Lopez del Cagliari (5 giornate di squalifica poi ridotte a tre) le scuse che non arrivano (e la società che colpevolmente lo difende) ed il gran finale con l'espulsione di Lecce che priverà Prandelli di un cardine imprescindibile proprio nella partita più importante della stagione. A questo punto Corvino si trova davanti a due strade: 1) Recuperare il giocatore, imponendogli un comportamento consono ad una società che fa della correttezza e del fairplay la sua bandiera (i Della Valle non hanno apprezzato le "mattane" di Felipe ma, secondo costume, sono disposti ad offrirgli una seconda possibilità) e che non vada contro gli interessi della squadra (il brasiliano ha subito in tutto ben otto giornate di squalifica su 37 domeniche, poco meno di un quinto del totale). 2) Venderlo al miglior offerente e si parla di 25 mln. di euro già sul tavolo di Pantaleo, che però nicchia, consapevole che giocatori con le caratteristiche di Felipe si contano sulle dita di una mano nel mondo, ed anche l'età (26 anni da compiere) parla a favore del ragazzone brasiliano.
Capitolo Adrian Mutu. Quì la situazione è più semplice, almeno per quanto riguarda il Corvino-pensiero. L'estate scorsa il romeno era stato venduto alla Roma per 20 mln. di euro, sostituito da Pandev della Lazio, con la differenza investita nel cartellino di Barzagli. E' passato un anno e, come si dice a Firenze, ne è passata di acqua sotto i ponti. Mutu ha un anno di più e sopratutto due operazioni alle spalle. Le richieste sono in forte calo e sopratutto in calo è la quotazione del "fenomeno", che al massimo arriva a 12 mln. di euro. Anche in questo caso, che fare? Mutu è un fuoriclasse, è elemento imprescindibile per Prandelli e i numeri sono dalla sua parte (13 gol in 19 partite, compresi i tre decisivi contro il Genoa, più i due in Champions League). Di contro, polemiche a non finire, infortuni in serie che per uno di 31 anni cominciano a pesare, ed un rapporto con i compagni costantemente da monitorare e smussare. Non è un mistero che senza di lui siano rifioriti Pasqual, Vargas, Semioli, lo stesso Gilardino...senza contare la valorizzazione di Jovetic, finalmente titolare.
Due spine nel costato di Corvino abbiamo detto, due casi che possono condizionare tutto il mercato viola. Una soluzione potrebbe essere conquistare il terzo posto, evitando i preliminari di Champions League. Ci sarebbero subito 20 milioni provenienti dalla partecipazione al girone eliminatorio, una vetrina internazionale che ammansirebbe le diffuse velleità di gloria (sopratutto quelle di Melo) ed un congruo numero di partite che permetterebbero l'utilizzo di quei giocatori altrimenti emarginati (le cosiddette seconde linee) con buona pace dello spogliatoio. Da quì alla partita di domenica, il passo è breve. E allora contro il Milan...vietato sbagliare!