C'ERA UNA VOLTA IL DERBY... "DALL'APPENNINO ALLE ANDE"

05.10.2012 00:08 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
C'ERA UNA VOLTA IL DERBY... "DALL'APPENNINO ALLE ANDE"
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Il primo è del '28, e finì 3-2 per il Bologna. Decisiva la tripletta di Angiolino Schiavio, che non a caso sarebbe diventato campione del mondo. L'ultimo lo vincono ancora i rossoblù, il 21 febbraio scorso. Era già la Fiorentina di Delio Rossi, e nonostante un buon primo tempo dei viola il Bologna si impone per 2-0. Reti di Diamanti e Ramirez (bellissima, di tacco in corsa). L'ultima a Firenze, invece, se l'aggiudica la Fiorentina, anche questa per 2-0. Gilardino e Cerci i marcatori, due che non ci sono più. Anzi... il primo ce lo ritroveremo di fronte, per di più in forma smagliante. Come dite? Manca il nome del soggetto? E' vero, rimediamo subito. Stiamo parlando del derby dell'Appennino, una partita di calcio che si disputa tra il Bologna Football club 1909 e l'ACF Fiorentina. Perchè derby? Perchè le due città, Bologna e Firenze, distano appena 100 km. E pur trovandosi in regioni diverse, i rispettivi confini sono delimitati dallo spartiacque dell'Appennino Tosco-Emiliano. Da qui la definizione, "derby dell'Appennino". Come spesso capita il tempo annacqua tutto, smussa gli angoli, sfuma i contorni, ed oggi il fascino del derby si è parecchio perduto. Colpa della crisi, direbbe qualcuno, colpa del progresso... direbbe qualcun'altro. Colpa, aggiungiamo noi, della povertà dei protagonisti. Volete mettere un tempo? Partiamo da Fulvio Bernardini, tecnico romano che vinse il primo scudetto con la Fiorentina nel '56, e negli anni '60 costruì il Bologna... "che tremare il mondo fa". In campo, poi, se la giocavano Nielsen e Kurt Hamrin, De Sisti e Bulgarelli, Clerici e Savoldi. Negli anni '90 Batistuta e Beppe Signori, Baggio e Rui Costa. Oggi si fa fatica a ricordarsi chi è l'allenatore, tale è la rapidità con la quale vengono esonerati. E che dire del turbillon dei giocatori, il mercato sempre aperto... Poi diciamo la verità: non c'è più 90° minuto, non ci sono più Marcello Giannini e Piero Pasini. E allora, che derby dell'Appennino è?

Noi, invece, vogliamo restituire importanza a quella che un tempo era una classica del calcio italiano, e per questo (a proposito del titolo) abbiamo scomodato addirittura Edmondo De Amicis ed il suo "Libro Cuore". Tutti lo abbiamo letto, studiato, vissuto (le nostre compagne ci hanno anche pianto sù...) e diciamo subito che non c'è nessuna attinenza tra le nostre riflessioni ed il tenero Marco che attraversava il mondo per andare a trovare la madre malata in Argentina. Però ci piaceva che il derby, come il celebre racconto, andasse... "Dagli Appennini alle Ande". Piccola chiosa: le Ande sono una catena montuosa dell'America Meridionale, con i suoi 7.200 km di lunghezza la più estesa al mondo. Essa attraversa sette stati dell'America meridionale: Argentina, patria di Roncaglia, Llama e Gonzalo Rodriguez. Cile, di Pizarro e Mati Fernandez (che nasce in Argentina, comunque andino). Colombia, di Cuadrado. In più Bolivia, Ecuador, Perù e Venezuela. Capite? Un vero e proprio filo conduttore che lega l'Appennino alle Ande, proprio come si era immaginato Edmondo De Amicis.

Fiorentina-Bologna è stata spesso teatro di sfide accese, correlata da sfottò e prese di giro, quasi mai vissuta nei piani alti della classifica. Fiorentina-Bologna, ahimè, troppe volte è tracimata nella violenza, negli scontri tra le tifoserie definite cugine, ma si sa... "parenti serpenti". L'episodio che nessuno potrà mai cancellare risale al 18 giugno 1989: è la penultima giornata di campionato tra Fiorentina e Bologna, il treno coi tifosi emiliani diretti in Toscana subisce un agguato da parte degli ultras fiorentini nei pressi della stazione di Rifredi. Alla fitta sassaiola segue il lancio di una bottiglia molotov che esplode all'interno di un vagone e provoca il ferimento di due tifosi bolognesi, uno dei quali è Ivan Dall'Oglio, appena quattordicenne. Ivan rimane irrimediabilmente sfigurato al volto, lo è tutt'oggi. E' probabilmente la pagina più nera della storia del tifo viola. Da quel giorno il pubblico di Firenze è cambiato. Anche la curva è cambiata, oggi un esempio per tutte le tifoserie italiane. Anche questa è una vittoria di Firenze. Forse la più bella, la più importante.